Nuovo regolamento concorsi pubblici 2023: tutti i cambiamenti Cosa dice il decreto pubblicato il 29 giugno in Gazzetta Ufficiale

 

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Nuovo regolamento concorsi pubblici 2023: tutti i cambiamenti introdotti dal decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Dal 14 luglio 2023 entrerà in vigore il nuovo regolamento dei concorsi pubblici, introdotto dal Decreto del Presidente della Repubblica del 16 giugno 2023, n. 82, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.150 del 29-06-2023. Questo regolamento rappresenta un’importante riforma nell’accesso agli impieghi nelle Pubbliche Amministrazioni, nonché nelle modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e di altre forme di assunzione nei pubblici impieghi.

Le novità introdotte

Di seguito sono elencate le principali novità introdotte da questo nuovo regolamento:

Modalità di accesso al pubblico impiego

L’articolo 1 del decreto è stato sostituito per ridefinire le modalità di accesso al pubblico impiego. I concorsi devono essere orientati alla massima partecipazione e all’individuazione delle competenze qualificate. Le modalità di svolgimento dei concorsi sono definite nel regolamento. Inoltre, l’amministrazione che indice il concorso può adottare diverse tipologie selettive, in base alla natura dei profili professionali richiesti nel bando di concorso. Le tipologie selettive previste sono: concorso per esami, concorso per titoli ed esami, e corso-concorso. Il concorso pubblico deve svolgersi con modalità che garantiscano l’imparzialità, l’efficienza, l’efficacia nel soddisfare i fabbisogni dell’amministrazione reclutante e la celerità di espletamento. Durante i concorsi, sarà possibile utilizzare sistemi automatizzati (come dispositivi informatici) per la preselezione e la selezione decentrata basata sulla circoscrizione territoriale.

Nuovi requisiti di accesso

L’articolo 2 del decreto stabilisce i requisiti generali per l’accesso al pubblico impiego. I soggetti che desiderano accedere agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni devono possedere i seguenti requisiti generali: cittadinanza italiana o requisiti previsti per cittadini stranieri, maggiore età, godimento dei diritti civili e politici, idoneità fisica allo specifico impiego se richiesta e possesso dei titoli di studio e delle esperienze lavorative richieste dal bando di concorso. La riforma dei concorsi pubblici permette l’accesso alle selezioni anche alle persone titolari dello status di rifugiato che hanno diritto alla protezione sussidiaria o al “diritto di asilo”, oltre che ai cittadini italiani e dell’UE. Inoltre, possono partecipare ai concorsi pubblici anche tutti i cittadini dell’Unione Europea che siano titolari del diritto di soggiorno o possiedano un permesso di soggiorno UE di lungo periodo. La partecipazione ai concorsi indetti dalle pubbliche amministrazioni non è soggetta a limiti di età, salvo deroghe previste dai regolamenti delle singole amministrazioni in relazione alle necessità oggettive del servizio. Inoltre, le amministrazioni hanno la facoltà di sottoporre i vincitori di concorso a visite mediche di controllo, conformemente alla normativa vigente.

Durata delle selezioni pubbliche

Le selezioni pubbliche avranno una durata massima di 6 mesi per la conclusione della procedura concorsuale. All’interno della riforma viene tracciata una nuova direzione per la selezione del personale pubblico, finalizzata a dimezzare i tempi di conclusione delle procedure puntando sulla digitalizzazione. Questa iniziativa mira a gestire efficacemente le oltre 170.000 assunzioni previste per il 2023. Con questi cambiamenti, il tentativo è quello di promuove un sistema più efficiente e accessibile per l’ingresso nel pubblico impiego.

Più tutele per i candidati

La riforma dei concorsi del 2023 garantisce nuove e concrete tutele per la parità di genere, promuovendo l’equilibrio tra uomini e donne nelle pubbliche amministrazioni. Ai fini di garantire tale equilibrio, i bandi devono indicare la percentuale di rappresentatività di ciascun genere nell’amministrazione che li emette, calcolata alla data di adozione del bando. Nel caso in cui la differenza percentuale di rappresentatività tra i generi superi il 30%, a parità di titoli e meriti, sarà data precedenza al genere meno rappresentato. Il nuovo regolamento stabilisce, inoltre, che le prove concorsuali debbano essere svolte attraverso l’adozione di misure compensative per coloro che soffrono di disturbi specifici di apprendimento (DSA). Riguardo alle tutele per le donne in gravidanza, la maternità e la paternità, la nuova riforma dei concorsi pubblici prevede che la partecipazione alle prove sia consentita anche alle candidate che non riescano a rispettare il calendario previsto dal bando a causa dello stato di gravidanza o allattamento. A tal fine, sono previste, ad esempio, prove asincrone e appositi spazi per l’allattamento. In nessun caso queste condizioni possono compromettere la partecipazione al concorso. Inoltre, durante la valutazione del servizio prestato nei concorsi, le assenze dovute a maternità, allattamento e paternità sono equiparate al servizio effettivamente svolto e non comportano la decurtazione dei punteggi corrispondenti.

Il portale InPA

Una delle principali novità introdotte dalla riforma dei concorsi pubblici è il definitivo passaggio al portale del reclutamento “inPA” come unico strumento utilizzabile per candidarsi ai concorsi pubblici. Ciò significa che la domanda di partecipazione ai concorsi deve essere presentata esclusivamente attraverso il sito web www.InPA.gov.it, previa registrazione. La registrazione al portale è gratuita e può essere effettuata utilizzando i sistemi di identificazione SPID, CIE e CNS. Questo processo di digitalizzazione attraverso il portale inPA è stato avviato il 1° novembre 2022, quando la piattaforma è diventata l’unico strumento per l’accesso ai concorsi delle Amministrazioni Pubbliche Centrali, come i Ministeri e le Agenzie fiscali. Successivamente, dal 1° giugno 2023, è stato disposto che anche tutti gli altri Enti pubblici, inclusi gli enti locali, le ASL, le Università e gli enti di ricerca, utilizzassero il portale per la pubblicazione dei bandi e la presentazione delle domande. È importante sottolineare che, a partire dal 1° giugno 2023, i bandi di concorso vengono pubblicati sia sul portale InPA che sul sito web dell’Ente che bandisce il concorso, senza l’obbligo di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale – 4a serie concorsi ed esami. Con l’entrata in vigore ufficiale della riforma dei concorsi pubblici il 14 luglio 2023, il passaggio al portale inPA diventa una norma consolidata, consentendo una gestione più efficiente, trasparente e accessibile dei concorsi pubblici. La digitalizzazione del processo di candidatura semplifica e velocizza le procedure per i candidati e offre un maggiore livello di tracciabilità e trasparenza nell’intero processo di reclutamento.

Tutte le comunicazioni relative al concorso, compreso il calendario delle prove e i loro esiti, vengono effettuate esclusivamente attraverso il Portale inPA. Le date e i luoghi di svolgimento delle prove sono resi disponibili sul Portale, accessibile in remoto tramite l’identificazione del candidato, almeno 15 giorni prima della data prevista per lo svolgimento delle prove.

Composizione delle commissioni esaminatrici

La riforma dei concorsi pubblici stabilisce in dettaglio le modalità di composizione delle commissioni esaminatrici, ampliando il coinvolgimento di diverse figure professionali. Secondo il testo, le commissioni devono essere composte da tecnici esperti nelle materie specifiche del concorso, selezionati tra i dipendenti di ruolo delle Amministrazioni, docenti e persone esterne alle stesse. Un’interessante novità è l’inclusione di specialisti in psicologia e risorse umane all’interno delle commissioni. Inoltre, un altro elemento innovativo è la possibilità per le commissioni di svolgere il proprio lavoro in modalità telematica. Nella formazione delle commissioni esaminatrici viene applicato il principio di parità di genere (uomo-donna). È previsto che per ogni concorso le Pubbliche Amministrazioni pubblichino avvisi specifici sul portale InPa per la raccolta delle candidature di coloro che desiderano diventare membri delle commissioni. La selezione dei componenti avviene attraverso un sorteggio tra i soggetti che possiedono i requisiti di professionalità ed esperienza richiesti.

Riserve e preferenze

Vengono introdotte novità per le riserve e le preferenze nei concorsi pubblici. Ad esempio, i figli di medici, infermieri e operatori sociosanitari deceduti a causa del Covid-19 rientreranno nell’ordine di preferenza. È importante ricordare che sono previste anche riserve per i volontari del Servizio Civile.

Digitalizzazione delle prove scritte

La riforma dei concorsi pubblici 2023 prevede che gli elaborati siano redatti in modalità digitale attraverso la strumentazione fornita per lo svolgimento delle prove (ricordiamo che il DPR 9 maggio 1994 n. 487 prevedeva la scrittura degli elaborati su carta). La commissione dovrà assicurare che il file salvato dal candidato non sia modificabile, specificandosi, infine, che i dispositivi forniti per lo svolgimento delle prove scritte devono essere disabilitati alla connessione internet.

Ricorsi e durata di validità delle graduatorie

Per quanto riguarda i ricorsi, i termini per l’impugnativa delle graduatorie decorrono dalla contestuale pubblicazione delle stesse sul portale inPA e sul sito dell’Amministrazione interessata. Ciò al posto dell’attuale previsione della decorrenza dei termini dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale; la durata di validità delle graduatorie, invece, viene fissata a 2 anni dalla data di approvazione, invece degli attuali 18 mesi.

Assunzioni provvisorie

La riforma dei concorsi pubblici stabilisce che i candidati dichiarati vincitori e gli idonei, se la graduatoria viene scorsa, sono invitati dall’amministrazione a essere assunti in modo provvisorio, previa verifica del possesso dei titoli e dei requisiti necessari per l’assunzione. In pratica, vengono assunti a titolo di prova, per un periodo stabilito attraverso accordi collettivi. Secondo il testo, se il vincitore o l’aspirante idoneo non assume servizio entro il termine stabilito senza una valida ragione, perde l’opportunità di essere assunto. Tuttavia, se il vincitore o l’aspirante idoneo assume servizio con un ritardo giustificato rispetto alla data prevista, gli effetti economici, come il pagamento dello stipendio, iniziano a decorrere dal giorno in cui inizia effettivamente il servizio.

Per i cittadini provenienti da Paesi terzi, è obbligatorio presentare prima dell’assunzione tutti i documenti che confermano le dichiarazioni fatte, ad eccezione dei rifugiati e dei titolari di protezione sussidiaria, che godono di protezione speciale.

 

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