Lavorare nella Pubblica Amministrazione: cosa è cambiato negli ultimi anni? Facciamo il punto della situazione

 

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Nell’epoca contemporanea, in cui la società si evolve con una rapidità ineguagliabile, i domini della conoscenza, dell’innovazione e della governance si fondono in un intricato ecosistema in cui la Pubblica Amministrazione, quale custode delle istituzioni e fulcro delle politiche pubbliche, svolge un ruolo centrale di indiscutibile rilevanza. In questo contesto di trasformazioni profonde e accelerazione del cambiamento, sorgono sfide e opportunità uniche, richiedendo una disamina rigorosa e approfondita dell’andamento dell’occupazione nel settore pubblico. Il mondo del lavoro sta infatti attraversando una fase di trasformazione significativa, e la Pubblica Amministrazione (PA) italiana ha affrontato e sta ancora affrontando sfide e cambiamenti che a tutt’oggi influenzano il modo in cui le persone lavorano in questo settore e le modalità di selezione dei concorsi futuri.

In questo articolo, esploreremo le principali dinamiche e trasformazioni del lavoro nella PA, evidenziate nel report “Lavoro Pubblico 2023.”

Di cosa parla il report “Lavoro pubblico 2023”

Il paper a cui facciamo riferimento, ovvero “Lavoro pubblico 2023” (che puoi scaricare qui), è stato stilato dal Centro Studi sull’innovazione della PA e tocca molti argomenti per fornire poi in sintesi una visione d’insieme dalle prospettive incoraggianti per chi sogna di entrare nella Pubblica Amministrazione ma allo stesso tempo evidenzia delle criticità che devono essere appianate in poco tempo per evitare che il sistema pensionistico collassi su sé stesso e che venga persa la grandissima opportunità fornita dai fondi del PNRR.

È per questo motivo, unito a delle motivazioni squisitamente demografiche come il generale invecchiamento della popolazione, che una visione approfondita dei dati forniti genera una risposta abbastanza univoca al problema: bisogna assumere per far sì che rimanga in pari il numero di lavoratori che pagano i contributi e il numero di pensionati che progressivamente esce dal mercato del lavoro.

Insomma, più concorsi sicuramente, ma quali sono le figure professionali più richieste? Anche questa è una nota dolente che tocca non solo il settore pubblico ma anche quello privato: nel nostro Paese c’è una carenza generale di competenze tecnico-scientifiche. Nonostante le percentuali di iscritti alle facoltà STEM aumenti anno dopo anno, il mercato del lavoro italiano, sia pubblico che privato, non è in grado di competere da un punto di vista remunerativo e di benefits con gli altri paesi.

La questione non è solo salariale, ma anche appunto di benefici che il lavoratore richiede al proprio datore di lavoro: una maggiore flessibilità oraria, formazione continua e il lavoro agile o smart working.

Insomma, le sfide che riguardano il mondo del lavoro pubblico e del lavoro in generale sono molte e la strada per la loro risoluzione è tracciata. Da parte delle Istituzioni qualcosa sta cambiando, se è abbastanza ce lo dirà solo il tempo.

Il cambiamento in dieci punti

Riassumendo quindi, questi sono i punti toccati dal report:

  1. Trasformazioni nel mercato del lavoro: Il report sottolinea come il mercato del lavoro stia attraversando importanti trasformazioni, sia nel settore privato che in quello pubblico. Queste trasformazioni riguardano la competitività tra il lavoro pubblico e privato, la crescente enfasi su aspetti come il benessere organizzativo, la motivazione, la formazione e il lavoro agile.
  2. Competitività nel settore pubblico: La competitività sta emergendo anche all’interno del settore pubblico, con una crescita dei concorsi pubblici e un aumento delle candidature. Ciò sta dando ai candidati più potere di scelta e sta spingendo le amministrazioni a rivedere le loro modalità di gestione delle risorse umane.
  3. Contrazione del lavoro stabile: Il numero di dipendenti pubblici con contratti a tempo indeterminato è diminuito nel tempo, raggiungendo il livello più basso degli ultimi anni. Questa contrazione è particolarmente evidente nei Ministeri ed enti centrali, nelle amministrazioni del territorio e nel settore sanitario.
  4. Crescita dei lavoratori a tempo determinato: Il rapporto sottolinea l’aumento del lavoro a tempo determinato nella pubblica amministrazione, con un aumento significativo dei lavoratori temporanei, in particolare nel settore dell’istruzione e della ricerca.
  5. Competizione per il personale: A causa dell’incremento dei concorsi e del maggior numero di candidati, si sta verificando una competizione tra le amministrazioni pubbliche e una maggiore possibilità di scelta per i candidati più qualificati.
  6. Differenze salariali: Il report evidenzia differenze salariali tra il settore pubblico e privato, con il settore privato che in alcuni casi supera il settore pubblico in termini di retribuzione.
  7. Nuovi contratti e premio alla professionalità: Il rapporto menziona l’introduzione di nuovi contratti di lavoro nel settore pubblico, con un’attenzione alla valorizzazione delle professionalità. Si fa riferimento anche a una “quarta area” per le “Elevate Professionalità,” che offre opportunità di crescita professionale.
  8. Sfide per la formazione: Nonostante l’aumento dei laureati che lavorano nel settore pubblico, la spesa per la formazione dei dipendenti pubblici è diminuita negli ultimi anni. Questo rappresenta una sfida, considerando la necessità di aggiornare le competenze dei dipendenti pubblici.
  9. Invecchiamento della forza lavoro: L’età media dei dipendenti pubblici è aumentata nel tempo, con un calo del numero di giovani lavoratori. Ciò potrebbe creare sfide legate alla successione generazionale nei prossimi anni.
  10. Impatto sul sistema pensionistico: Il rapporto mette in evidenza che la capacità di assunzione delle pubbliche amministrazioni ha un impatto significativo sulla sostenibilità del sistema pensionistico dei dipendenti pubblici.
 

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