Riforma forense: nuove figure professionali Disegno di legge (S.179) del senatore Zanettin

 

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Riforma forense: nuove figure professionali

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La figura dell’avvocato, le sue conoscenze e le sue competenze e, dunque, la sua formazione e la sua abilitazione sono ancora oggi argomenti centrali nel dibattito politico. Sulla spinta di una necessaria revisione della professione e delle modalità di accesso all’avvocatura, la recente proposta di riforma forense prevede l’introduzione di due nuove figure professionali. Il disegno di legge(S. 416) di modifica della Legge Forense (L.247/2012), presentato dal senatore Zanettin, si prefigge l’obiettivo di contrastare la crisi dell’avvocatura. La riforma punta non solo a modificare l’esame d’abilitazione che da accesso alla professione forense, ma anche ad introdurre due nuove figure intermedie. 

Albo speciale degli ausiliari

La proposta di riforma forense prevede l’introduzione di uno speciale albo degli ausiliari. L’iscrizione all’albo speciale degli ausiliari potrà essere chiesta al consiglio dell’ordine dai laureati in giurisprudenza che abbiano un rapporto di lavoro subordinato con un avvocato che eserciti la professione legale, in forma personale, associata o societaria.

Albo speciale dei consulenti legali

La seconda figura professionale prevista dalla proposta di riforma forense riguarda l’introduzione di un albo dei consulenti legali, una figura intermedia tra l’avvocato ed il praticante. Si tratta di figure che potranno operare in ambito giudiziario come professionisti retribuiti, dopo aver superato le verifiche intermedie (previste dalla legge professionale all’articolo 43 – Corsi di formazione per l’accesso alla professione di avvocato – e da ultimo regolamentate dall’articolo 8 del D.M. Giustizia 9 febbraio 2018, n. 17), ma senza avviare un proprio studio legale e con un rapporto di lavoro subordinato con un soggetto esercente la professione legale, in forma personale, associata o societaria in funzione di supervisore.

L’istituzione di tale albo consentirebbe, secondo le aspettative, di deflazionare l’esame di Stato e di tutelare coloro che intendano operare nell’ambito
giudiziario come professionisti retribuiti, ma che, valutando anche la situazione del mercato, non intendano avviare un proprio studio legale.

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