Tasse università: quanto costa iscriversi e cos’è una borsa di studio A quanto ammontano le tasse universitarie?

 

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Università e tasse: quanto costa iscriversi. Purtroppo lo sappiamo tutti: andare all’Università costa. Ciò che più preoccupa, in genere, sono le tasse che vengono pagate a rate e, a ciò, si aggiungono anche i costi legati all’acquisto dei libri o al vivere fuori città se si decide di frequentare un corso di laurea da fuori sede. Coronavirus 2020 e tasse: cambierà qualcosa?

È bene però tenere a mente alcune cose molte importanti: l’Università premia il merito! Quasi tutti gli atenei, anche quelli privati, prevedono sistemi di agevolazione per il pagamento delle tasse e dei servizi universitari che variano a seconda di alcuni fattori e i due elementi che vengono presi in considerazione più spesso sono il reddito e il merito.

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Reddito o merito?

A seconda del proprio reddito (valore “ISEE per prestazioni universitarie”) e della propria media nei voti degli esami, sarà possibile addirittura frequentare l’università a costo zero.

Molto spesso le agevolazioni sono previste anche solo per chi è meritevole, o anche solo per chi rientra in un certo limite di reddito annuo, quindi la cosa più saggia da fare è reperire le informazioni che occorrono direttamente online sulle pagine dedicate al “Regolamento tasse e contributi” in cui saranno spiegati limiti, metodi di calcolo e soprattutto esenzioni previsti per frequentare l’università.

Ricorda inoltre che è sempre possibile chiedere informazioni agli enti di diritto allo studio universitario regionali che hanno anche la possibilità di erogare borse di studio e benefici di diverso genere, come ad esempio contributi per la mensa oppure servizi abitativi in case studenti, servizi sportivi, servizi bibliotecari e così via.

Tasse universitarie ed esonero totale?

La risposta è . La legge ha stabilito una serie di ipotesi in cui non sono dovuti i contributi di iscrizione all’Università.

Tra le diverse categorie che possono beneficiare dell’esenzione vi troviamo studenti:

  1. con disabilità, con riconoscimento di handicap o con una invalidità pari o superiore al 66%;
  2. beneficiari delle borse di studio;
  3. risultati idonei ad una borsa di studio (ma che non l’hanno ottenuta, ad esempio, per mancanza di fondi), ad eccezione degli studenti rinunciatari;
  4. beneficiari dei prestiti d’onore;
  5. stranieri beneficiari di borse di studio annuali del Governo italiano;
  6. stranieri, cittadini di Stati extracomunitari, provenienti da Paesi in via di sviluppo;
  7. gli studenti costretti ad interrompere gli studi a causa di infermità gravi e prolungate debitamente certificate, solo per tale periodo.

Cos’è una borsa di studio?

Ogni regione prevede la possibilità di erogare delle somme di denaro agli studenti più bisognosi oppure più meritevoli e, molto spesso, le famiglie non sono a conoscenza di questa eventualità oppure si preoccupano difficilmente di queste pratiche. Presso gli “enti di diritto allo studio universitario” si può richiedere l’attribuzione di una borsa di studio di importo variabile a seconda della propria fascia di reddito o della media dei voti.

Molto spesso, per ottenere la borsa di studio per la prima volta è sufficiente rispettare alcuni requisiti di reddito mentre, per continuare a mantenerla, sarà necessario accumulare un certo numero di crediti universitari (CFU) entro una certa data.

Ciascuna regione prevede modalità diverse di contribuzione agli studenti e, se vuoi cercare qualche informazione aggiuntiva in merito, ti basterà cercare in rete il bando di ammissione ai benefici per vedere cosa occorre per presentare la domanda e a cosa si può avere diritto.

Gli importi delle borse di studio dipendono da molti fattori diversi, tra cui rileva anche il fatto di essere o meno uno studente fuori sede, pendolare o in sede (in base alla distanza dall’Università). Generalmente si parte da un minimo di 800 euro fino anche a 3000 euro per gli studenti fuori sede.

A ciò vanno aggiunti i contributi mensa e alloggio che sono considerati separatamente.

Coronavirus e tasse università: ecco cosa cambierà

L’attuale ministro dell’Università e della ricerca – Gaetano Manfredi – si ritiene preoccupato “per le ricadute che la crisi economica potrebbe avere sulle iscrizioni all’Università””. Proprio per questo motivo il ministro ha deciso di promuovere ed utilizzare lo strumento della no tax area, ossia dell’area di reddito in cui non sono dovute tasse universitarie.

“Molte famiglie saranno esonerate dai pagamenti delle tasse università”, ha detto il ministro.

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