In redazione da qualche giorno è arrivato un nuovo manuale: la guida definitiva ai concorsi pubblici. Il suo obiettivo? Fornire al lettore gli strumenti utili per imparare a tutelare i propri diritti di cittadino e a districarsi nel mondo dei concorsi. Questo breve manuale di facile consultazione contiene tutte le norme aggiornate al 2022 riguardanti la strutturazione e lo svolgimento dei concorsi pubblici. In questo articolo abbiamo selezionato solo alcuni dei temi affrontati, se vuoi saperne di più trovi il manuale qui.
Quadro normativo di riferimento
Per acquisire l’infarinatura necessaria per valutare se sono stati lesi i propri interessi non si può non partire dalla conoscenza delle procedure dei concorsi, così come sono regolamentate dalle norme attualmente in vigore. Il principale riferimento normativo in materia di concorsi pubblici è il D.P.R. 9-5-1994, n. 487: “Regolamento recante norme sull’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi”. Il D.P.R. 487/1994 regolamenta tutti i concorsi per il pubblico impiego. In altre parole, definisce le modalità di svolgimento delle procedure selettive per le assunzioni all’interno delle amministrazioni dello Stato.
Un altro importantissimo decreto legislativo in materia di concorsi pubblici è il D. Lgs. 165/2001 che contiene l’elenco delle amministrazioni statali in riferimento alle quali si parla di pubblico impiego. La lista include enti come:
- Scuole e università;
- Regioni, province e comuni;
- Camere di commercio;
- Enti pubblici non economici nazionali;
- Enti del Servizio Sanitario Nazionale.
Infine, viene ricordata la cosiddetta Riforma Brunetta introdotta con l’art. 10, D.L. 44/2021 la quale sostituisce, in determinate ipotesi, alla classica prova preselettiva una valutazione dei titoli specificamente richiesti dai bandi pubblicati dalle singole amministrazioni. Va detto che, in fase di conversione della legge, si è specificato che i titoli e l’eventuale esperienza professionale possono concorrere in misura non superiore a un terzo alla formazione del punteggio finale.
Tipologie di reclutamento
Secondo il D.L. 75/2017 le amministrazioni pubbliche possono assumere il personale di cui necessitano attraverso quattro diverse modalità. Queste sono:
- Concorsi pubblici
- Assunzioni tramite centri per l’impiego
- Stipula di contratti flessibili
- Collocamento delle persone affette da disabilità
Il concorso, però, diventa una prassi selettiva obbligatoria quando i posti vacanti riguardano ruoli per i quali è prevista una professionalità specifica o il possesso di titoli di studio come il diploma di scuola superiore e la laurea. In questi casi l’amministrazione è tenuta a selezionare i candidati con con-corsi aperti a tutti, anche se i contratti sono a tempo determinato o part-time. Pur avendo fissato quest’obbligo, la legge, tuttavia, non ha stabilito un modello standard di concorso valido per tutte le professionalità da selezionare.
Per conoscere, invece, nello specifico le diverse tipologie di concorso pubblico dobbiamo fare riferimento al D.P.R. 487/1994 che ne contempla cinque tipi diversi:
- Concorsi per titoli;
- Concorsi per esami;
- Concorsi per titoli ed esami;
- Corso-concorso;
- Concorsi per selezione.
Guida definitiva ai concorsi pubblici: il bando di concorso
Il bando di concorso è un vademecum contenente tutte le informazioni indispensabili per partecipare ad un concorso. Per leggerlo bisogna cercare la sezione IV speciale della Gazzetta Ufficiale denominata Concorsi ed Esami.
Questo documento deve diventare il riferimento principale ogni volta che si è assaliti da un dubbio sui titoli di ammissione, sul punteggio necessario per superare il test scritto o sulla data di svolgimento delle singole prove. Dopo aver inviato la domanda di partecipazione ed essere stati ammessi, per esempio, bisogna controllarlo di nuovo con attenzione per capire il programma del concorso e cominciare a pianificare la preparazione. Nello specifico, il bando deve contenere tutte le seguenti indicazioni:
- I titoli richiesti;
- I requisiti soggettivi, generali e particolari, necessari per l’ammissione all’impiego;
- Il termine ultimo per l’invio della domanda di ammissione;
- La modalità di presentazione della domanda di ammissione;
- Il giorno, l’ora e la sede delle prove d’esame;
- Le materie oggetto delle diverse prove (preselettive, scritte e orali);
- Il contenuto delle eventuali prove pratiche;
- I titoli che danno diritto a precedenza o a preferenza a parità di punteggio;
- Tutti í titoli valutabili con l’indicazione del punteggio massimo attribuibile per ciascun titolo oppure per categorie di titoli (di studio, di servizio e vari);
- I titoli che danno diritto a precedenza o preferenza a parità di punteggio, con l’indicazione dei termini e delle modalità di presentazione.
Il bando dovrebbe riportare, inoltre, la votazione minima di 21/30 richiesta per l’ammissione alla prova orale e quella di 10/30 attribuibile ai titoli, gli eventuali posti riservati alle categorie protette o al personale interno e tutte le indicazioni riguardanti l’ufficio e il responsabile del procedimento e da contattare in caso di bisogno di informazioni.
I requisiti di ammissione
Tutti i requisiti di ammissione devono essere posseduti da ciascun candidato entro il termine di presentazione delle domande di ammissione al concorso, salvo eccezioni espressamente indicate nel bando.
Oltre agli attestati di studio e agli altri titoli (di servizio e ulteriori) ci sono tre requisiti universali richiesti a tutti i partecipanti, così come stabilito dall’art. 2, D.P.R. 487/1994.
- Cittadinanza italiana;
- Età minima di 18 anni;
- Idoneità fisica all’impiego.
I titoli di studio specifici per l’ammissione, invece, sono definiti dagli enti banditori seguendo dei criteri guida, tra cui il rapporto domanda/offerta. Quest’ultimo corrisponde al rapporto esistente tra la figura messa a bando e il prevedibile numero di candidati, e viene adottato per operare la giusta scrematura già nella fase di accesso. Non solo, le amministrazioni hanno l’obbligo di tenere sempre presente la finalità ultima della procedura bandita, che consiste nell’individuare i candidati migliori per svolgere quella determinata attività professionale. I titoli di studio richiesti, dunque, devono consentire la selezione del candidato più idoneo a ricoprire il ruolo messo a bando ed essere pertinenti con la funzione che il vincitore andrà a svolgere, come chiarito dal D.P.R. 487/1994 e dalla direttiva 24 aprile 2018, n. 3.
Manuale
x
Se hai suggerimenti, commenti o correzioni da segnalare, scrivi a blog.simoneconcorsi@simone.it