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Non hai mai portato un’uniforme e ti piacerebbe indossare quella della Polizia di Stato? Forse l’attesa è finita, se finalmente verrà messo in pratica quanto stabilito dall’art. 10 del D.Lgs. 28 gennaio 2014, n. 8 (Disposizioni in materia di personale militare e civile del Ministero della Difesa, nonché misure per la funzionalità della medesima amministrazione), dove è stato previsto, per il triennio 2016-2018, che dovranno essere banditi concorsi pubblici per i “civili” a cui sarà destinato, per gli anni 2016 e 2017, il 50% dei posti disponibili ogni anno nel ruolo degli agenti e assistenti della Polizia di Stato, con una percentuale destinata a salire addirittura al 75% per l’anno 2018.
Finisce, così, il “monopolio” dei volontari in ferma prefissata di un anno o quadriennale (VFP1-VFP4) nelle Forze Armate, ai quali, dal 2010 ad oggi, erano stati riservati in via esclusiva tutti i posti disponibili nei concorsi pubblici per agenti di Polizia.
Resta inteso che l’accesso al ruolo iniziale degli agenti e assistenti della Polizia di Stato continuerà a comportare il possesso di determinati requisiti, peraltro consultabili, anche per eventuali integrazioni e aggiornamenti, sul sito ufficiale della Polizia di Stato (www.poliziadistato.it), nell’apposita sezione riservata ai concorsi. Tali sono, ad esempio, la cittadinanza italiana, il pieno godimento dei diritti politici, un’età compresa fra i 18 e i 30 anni, il possesso del diploma di scuola secondaria di primo grado o equipollente (titolo di studio di scuola media dell’obbligo); inoltre, bisognerà essere in regola con il servizio militare (per i candidati soggetti alla leva nati entro il 1985) e si dovranno possedere tutte le qualità morali e di condotta previste per un adeguato espletamento del ruolo (niente da fare, quindi, per chi sia stato espulso dalle Forze Armate, o destituito da un pubblico ufficio, o licenziato per continua insufficienza di rendimento, o abbia riportato condanne penali).
Al momento del concorso, la prova d’esame consisterà nella compilazione di un questionario con domande a risposte sintetiche o a scelta multipla su argomenti di cultura generale e sulle materie previste dai vigenti programmi della scuola media dell’obbligo, e nell’accertamento di un sufficiente livello di conoscenza dell’informatica e di una lingua straniera.
Seguiranno le prove di efficienza fisica (corsa mt. 1.000, salto in alto, trazioni alla sbarra), gli accertamenti psico-fisici (esame clinico generale, prove strumentali e di laboratorio) e le prove attitudinali (accertamento dell’attitudine del candidato al servizio di Polizia attraverso batterie di test collettivi e individuali e un colloquio).
Stop al requisito dell’altezza minima per l’arruolamento! Questa, infatti, la novità sostanziale introdotta dal D.P.R. 17 dicembre 2015, n. 207 (G.U. n. 301 del 29 dicembre 2015), recante il Regolamento in materia di parametri fisici per l’ammissione ai concorsi per il reclutamento nelle Forze Armate, nelle Forze di Polizia a ordinamento militare e civile e nel Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, a norma della legge 12 gennaio 2015, n. 2, con cui sono stati appunto fissati i nuovi parametri che serviranno a valutare l’idoneità fisica dei candidati che aspirano a indossare una divisa, costituiti da: composizione corporea (percentuale di massa grassa presente nell’organismo), forza muscolare e massa metabolicamente attiva (percentuale di massa magra teorica dell’organismo che riveste una rilevanza metabolica con riferimento all’apparato muscolare).
I vincitori del concorso saranno quindi nominati allievi agenti della Polizia di Stato e avviati a frequentare un corso di formazione della durata di 12 mesi in una delle Scuole di Polizia presenti sul territorio italiano, al termine del quale verranno poi assegnati in sedi di servizio diverse dalla provincia di origine, da quella di residenza e da quelle limitrofe.
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