“Adesso non fermarti. Continua a disegnare”. E così abbiamo continuato. Le sue dita guidavano le mie mentre la mano passava su tutta la carta. Era una sensazione che non avevo mai provato prima in vita mia. Poi lui ha detto: “Mi sa che ci siamo. Mi sa che ce l’hai fatta”, ha detto. “Da’ un po’ un’occhiata. Che te ne pare?” Ma io ho continuato a tenere gli occhi chiusi. Volevo tenerli chiusi ancora un po’. Mi pareva una cosa che dovevo fare. “Allora?”, ha chiesto. “La stai guardando?” Tenevo gli occhi ancora chiusi. Ero a casa mia. Lo sapevo. Ma avevo come la sensazione di non stare dentro a niente. “È proprio fantastica”, ho detto.
È il finale del racconto “Cattedrale” di Raymond Carver.
Mi è venuto in mente perché, in fondo, scrivere un tema è un po’ come disegnare quella cattedrale lì.
Nel racconto il narratore disegna una cattedrale con l’aiuto di un cieco, che gli guida la mano e gli fa scoprire un’abilità fino a quel momento sconosciuta.
Un cieco che indica la strada e insegna a vedere, sono i piccoli capolavori di Carver.
Ecco, imparare a scrivere un tema è come disegnare quella cattedrale in quella piccola stanza.
Avete tutti la capacità di farlo ma, come il protagonista del racconto, non lo sapete: dovete soltanto avere la pazienza di esercitarvi, mettervi in gioco e scoprire questa abilità.
Studiate le dispense e scrivete, anche se pensate di non farcela. Qui potete permettervi il lusso di osare, che aiuta a spostare verso l’alto l’asticella e a diventare un po’ più bravi.
Concentrate lo studio sul materiale e sui testi che vi ho indicato o su quelli che avete.
Queste prime due esercitazioni mi sono servite per capire meglio come aiutarvi per le prossime tracce: oltre a pubblicare, sul blog e sul gruppo, le dispense di riferimento, vi darò uno schema generale da seguire, con le questioni da affrontare e le norme più rilevanti.
inoltre, metterò a disposizione, se necessario, anche qualche estratto dei miei codici maxi.
E tra qualche mese anche voi disegnerete la vostra cattedrale e direte: “È proprio fantastica!“.
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