E’ quanto dispone il nuovo DL Covid, finora in bozza, per lo svolgimento dei concorsi pubblici. L’art. 10 del nuovo decreto anti Covid19 prevede una semplificazione, del tutto eccessiva in verità, dei concorsi pubblici al punto di smantellare – di sana pianta – i bandi di concorso pubblicati nell’ultimo biennio 2020-2021. Si tratta di centinaia di concorsi Ripam e di singole PA che erano in attesa di essere sbloccati e che si trovano appesi a un filo a seguito di una previsione che permetterebbe, alle singole amministrazioni, di modificarli in tronco. Vediamo perché e quali sono le modifiche approntate dal Ministero della Pubblica amministrazione.
Non più prove e soli titoli
L’art. 10 del DL Covid, nel prevedere la semplificazione delle procedure concorsuali, stabilisce che per i concorsi di personale non dirigenziale le prove possano essere sostituite:
- da una sola prova scritta e una sola prova orale (anche evitando di far sostenere la prova preselettiva);
- da una valutazione titoli e dell’esperienza professionale che sostituirà le prove precedenti e che farà punteggio.
“Dal 3 maggio 2021 è consentito lo svolgimento delle procedure selettive in presenza dei concorsi banditi dalle pubbliche amministrazioni nel rispetto di linee guida validate dal Comitato tecnico-scientifico.”
DL Covid: si possono modificare tutti i concorsi pubblici già banditi
Viene dato il via libera alle amministrazioni di modificare liberamente i bandi di concorso già pubblicati.
Il comma 3 dell’art. 10 prevede che:
- per i concorsi per i quali si sia tenuta «almeno un’attività» (intesa come prova), si potrà procedere con modalità informatiche e decentrate per lo svolgimento delle prove successive (che potranno comunque cambiare);
- per i concorsi per i quali non sia stata svolta «alcuna attività», si può dar luogo alla valutazione dei titoli.
Diplomati fuori dai concorsi pubblici
Se la valutazione dovesse essere davvero compiuta per soli titoli, i diplomati non avrebbero alcuna chance di vittoria perché logicamente preclusi in selezioni di questo genere.
Infatti, i titoli possono essere conseguiti anche sulla base del proprio livello di carriera e un diplomato, che ha preferito non laurearsi, non avrebbe la possibilità di competere contro chi invece ha titoli di laurea, abilitazioni e altro ancora.
Riteniamo fortemente squalificante il testo della bozza del DL in esame e auspichiamo per i nostri concorsisti una modifica che punti a selezioni eque e trasparenti.
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