Ma chi diavolo redige i quiz dei concorsi? Mango è morto nel 2014, in Italia c’è la pena di morte e a Napoli rubano il portafoglio: ecco i quiz delle nuove selezioni del personale nella PA

 

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7 min di lettura

Un antico detto popolare recita “la gatta frettolosa fa i gattini ciechi”.
E può darsi che siano diventati ciechi anche gli estensori dei quiz delle prove dei concorsi, visto quel che sta succedendo nelle ultime selezioni.
Che le pubbliche amministrazioni abbiano urgenza di assumere per carenza di organico, è cosa ormai arcinota. Che il Covid abbia per un anno sospeso tutti i concorsi, determinando ora una valanga di concorsi contestuali e improcrastinabili con un effetto tipo “tappo di spumante”, anche questo se non è noto, è evidente.

Come è evidente la fretta che sta travolgendo ministeri, enti, commissioni e commissari che si trovano a dover espletare concorsi in velocità, sia per colmare i reali vuoti di organico, sia per una sorta di ansia da prestazione che per motivi diversi (propagandistici, politici, operativi) sta colpendo un po’ tutti.

Di tutto questo ne stanno facendo le spese in primis i candidati, che dopo più di un anno di stop, ma per molti è stato un anno di studio, si trovano a dover risolvere quiz sbagliati, decontestualizzati rispetto al bando, difficilissimi e a volte farneticanti; ma ne faranno le spese le stesse procedure concorsuali che, spesso al limite della legittimità, saranno presumibilmente travolte dai ricorsi.

Le banche dati di Agenzia delle Dogane piene di errori

Le banche dati del concorso dell’Agenzia delle Dogane sono diventate quasi il simbolo dello scempio cui stiamo assistendo.
Ma procediamo con ordine.
A ottobre 2020 l’Agenzia delle Dogane pubblica un bando da 1226 posti che regola due selezioni: una per laureati e una per diplomati. Il bando prevede una prova preselettiva distinta per i laureati e i diplomati, con 70 quesiti a risposta multipla di cui 25 quiz attitudinali per la verifica della capacità logico-deduttiva e di ragionamento logico matematico; 15 concernenti elementi di diritto penale e funzioni della polizia giudiziaria; 20 di inglese e 10 di informatica.
È prevista la pubblicazione qualche giorno prima della prova preselettiva, di una banca dati con 5000 quesiti da cui saranno estratti quelli che i candidati si troveranno di fronte in sede di esame.
All’art. 7 comma 6 del bando viene sottolineato che “Per la predisposizione dei quesiti relativi alla prova e della conseguente correzione degli elaborati, l’Agenzia si avvarrà di procedure automatizzate gestite da enti o società specializzate in selezione del personale”.
Dunque, un’azienda specializzata in selezione del personale è stata incaricata di elaborare i 5000 quiz della banca dati per i Funzionari laureati e gli altri 5000 quiz per gli Assistenti amministrativi diplomati. Non ci è dato sapere qual è la società specializzata che ha elaborato le banche dati: sul sito dell’Agenzia delle Dogane risulta solo una determina del 6 giugno 2021 che menziona l’affidamento dell’organizzazione dei servizi logistici e informatici del concorso al Consorzio DIGICONTEST, determina che potete leggere qui.

A giugno 2021, poche settimane prima dello svolgimento delle prove preselettive, vengono pubblicate le banche dati. Risultato:

  • dei 5000 quiz della banca dati per diplomati, l’Agenzia delle Dogane deve precipitosamente cassarne 856 perché errati;
  • dei 5000 quiz per laureati, l’Agenzia ha pubblicato il 5 luglio 2021 una PRIMA rettifica (l’hanno nominata proprio loro “prima”) con un centinaio di quiz errati ma che sono destinati ad aumentare.

Tra quelli cancellati frettolosamente c’è quello di inglese impostato su uno stupido stereotipo contro la città di Napoli, città in cui vivo da 55 anni con il portafoglio tranquillamente in borsa. Chissà se è stato cancellato perché inopportuno o perché scorretto (sono riusciti a sbagliare persino Naples).
Se vi interessa leggerlo, lo trovate sotto.

 

Non è stato invece cancellato questo quiz che considera come ancora vigente in Italia la pena di morte, soppressa, come TUTTI sanno, dal 1944.

Se il quesito su Napoli era un insulto a tutti i cittadini napoletani, quest’ultimo, secondo me ben più grave, è un insulto a tutti i concorsisti italiani, che si trovano costretti a farsi misurare la preparazione con strumenti di verifica scritti da ignoranti.
Al di là della curiosità di sapere davvero chi li ha scritti, ci si chiede se questi quiz sbagliati (cancellati o meno) vengano pagati lo stesso dalla Pubblica amministrazione. (Non so perché mi sta venendo in mente quella scena di Totò  “e io pago, io pago…”).

 

Peter Pan e la fate al concorso ARPAL Puglia

 Al concorso ARPAL Puglia bandito ad agosto 2020, invece le materie della prova preselettiva erano queste:

  • Organizzazione e ordinamento dell’Arpal Puglia
  • Diritto amministrativo
  • Diritto del lavoro e legislazione sociale
  • Legislazione comunitaria, nazionale e regionale sulle politiche attive del lavoro e servizi per l’impiego
  • Tutela dati personali
  • Reati contro la P.A.
  • CCNL Regioni e Autonomie locali, Codice disciplinare e di comportamento

I bandi (li potete leggere qui) erano molto dettagliati, direi fatti con criterio in quanto miravano a selezionare chi avesse già qualche rudimento giuridico. Per ciascuna materia venivano indicati i testi di legge da studiare per bene.

In sede di prova però i candidati si sono trovati pochissimi quiz sugli argomenti del bando, mentre si sono visti propinare quesiti di Inglese, Informatica, molta logica e soprattutto quiz di cultura generale non previsti (altri ricorsi in arrivo…).

Ora, nulla da dire sulla cultura generale, ma perché ci si premura di dettagliare nel bando materie e provvedimenti, se poi gli estensori dei quiz non ne tengono conto? E poi siamo sicuri che sia utile prevedere quiz sulle fate di Peter Pan o se nel 2015 la musica italiana ha perso Pino Daniele, Mango o Lucio Dalla, invece di presentare quiz giuridici o tecnici tesi a valutare le conoscenze dei candidati in base al profilo che dovranno ricoprire? (qui c’è un ottimo articolo di Petruzzelli del Corriere sul concorso Arpal Puglia).

Ancora una volta ci sembra una mancanza di rispetto nei confronti di quelle migliaia di ragazzi che affrontano seriamente un concorso, investendo tempo, fatica e soldi nello studio.

Per non annoiare ulteriormente chi sta leggendo, glisserò sui quiz del concorso a cattedre per le STEM (le discipline scientifiche come Matematica, Fisica e Informatica): destinati a selezionare i nuovi docenti delle superiori, sono stati formulati come quelli che all’università sono oggetto di prove scritte di esame. Solo che in questo caso dovevano essere risolti in scarsi due minuti e non in una o due ore come all’università. Alle prove, invece, nemmeno un quesito sulle metodologie didattiche con cui insegnare questi argomenti, che poi sarebbe quella la cosa che gli insegnanti dovrebbero davvero saper fare: insegnare.

 

E quindi chi li scrive questi quiz?

E torniamo a bomba. Chi li scrive i quiz che vengono somministrati ai concorsi?
Cioè chi scrive i quiz è capace di farlo? È gente preparata e con esperienza nell’elaborazione di prove di verifica?.
Perché anche per formulare un test di verifica c’è bisogno di un minimo di competenza: se si fanno troppo nozionistici non si misurano le competenze, se si fanno troppo difficili non passa nessuno, se si fanno troppo facili non si seleziona il merito e se si fanno non aderenti al bando si rischia che qualche ricorso faccia annullare tutta la procedura.
Senza contare che anche nell’elaborazione dei quiz dovresti quanto meno conoscere la materia: siamo sicuri che il quesito sulla pena di morte è stato scritto da uno che conosce il diritto penale? E non mi si venga a dire che è un quesito “trabocchetto” perché i concorsi sono una cosa seria: i ragazzi non stanno giocando alla Settimana enigmistica o all’Eredità. Stanno cercando un lavoro.
E in Italia cercare e trovare un lavoro, purtroppo è una cosa molto seria. Molto.

 

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