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DPCM concorsi pubblici: le P.A. chiedono il via libera dal 15 gennaio. E’ quanto risulta dalle dichiarazioni rilasciate da diversi esponenti politici di molti enti locali e raccolte dalla testata Eco di Bergamo che ha fatto il punto della situazione sui prossimi concorsi 2021. Sono molti i comunicati stampa e i post sui profili social istituzionali dei sindaci e degli assessori che richiedono di esaminare con urgenza la questione nel prossimo DPCM 15 gennaio.
Lo stop concorsi pubblici, protratto ormai da quasi un anno, ha causato disagi e rallentamenti nelle nuove assunzioni PA. Il disagio, oltre che essere avvertito dai candidati, è infatti percepito dalle Pubbliche amministrazioni che non riescono ad assumere neppure sfruttando il meccanismo delle mobilità 2021.
Stop concorsi 15 gennaio
Ricordiamo che l’ultimo DPCM emanato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri ha previsto lo stop delle prove dei concorsi fino al 15 gennaio 2021. Ciò significa che fino al 15 gennaio è in vigore la sospensione, nei concorsi pubblici e privati:
- delle prove preselettive
- delle prove scritte
- degli esami delle abilitazioni professionali.
La vicenda dello stop dei concorsi pubblici si innesta poi con Quota 100 che, nel 2020, ha comunque concesso molti prepensionamenti. Le nuove assunzioni PA sono infatti costrette a sostituire il personale uscente.
Concorsi pubblici dal 15 gennaio
Molti esponenti politici richiedono che dal 15 gennaio si possa tornare ad assumere nella P.A. In particolar modo sono proprio i sindaci a lamentare le sofferenze di risorse umane. Si è soffermata l’attenzione sulla stagione estiva del 2020 quale unica finestra temporale che abbia materialmente permesso lo svolgimento di alcune prove concorsuali. Ciò tuttavia non è bastato, soprattutto considerando i ripetuti blocchi derivanti dai successivi DPCM.
Così le parole di Beatrice Boladrini, sindaco di Brignano (BG):
« […] qui serve tornare ad assumere, visti anche i molteplici servizi che siamo chiamati a erogare. Capiamo che c’è un problema di sicurezza, ma con gli spazi che abbiamo a disposizione potremmo affrontarlo in totale tranquillità. Aspettiamo di vedere cosa conterrà il Dpcm del 15 gennaio, ma se non ci sarà nulla in merito, dovremo farci sentire».
Anche il sindaco di Treviglio, Juri Imeri, si è espresso sulla faccenda:
«che il Governo possa prevedere misure che consentano di superare il blocco delle prove concorsuali che si protrae da diverso tempo e sta determinando il rischio di avere effetti significativi sul funzionamento dei servizi essenziali dei Comuni. A Treviglio, ad esempio, sono “sospesi” i concorsi per l’assunzione di agenti di polizia locale e di un assistente sociale, mentre altri sono stati banditi e, a oggi, non si sa se e quando potranno essere effettuate le prime prove».
La questione arriva all’ANCI
A portare la questione dello stop ai concorsi pubblici al tavolo dell’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani – è Lucio de Luca, sindaco di Azzano San Paolo.
«Il blocco dei concorsi pubblici sta compromettendo la possibilità per i comuni di continuare a fornire i servizi, a maggior ragione in Lombardia dove gli enti locali lavorano con un numero di dipendenti inferiore al necessario».
L’ANCI, tra l’altro, si era già occupata della faccenda negli scorsi mesi: a novembre è stata pubblicata una nota dettagliata sullo stato dell’emergenza e sulla concreta necessità di far proseguire i concorsi pubblici.
Cosa chiedono i sindaci
I sindaci e, più in generale, gli enti locali, chiedono di far proseguire le prove concorsuali dal momento che la P.A. non può proseguire la sua naturale “attività amministrativa” con carenze di organico non compensate da nuovi inserimenti.
Si chiede anche di adoperarsi affinché le prove possano svolgersi attraverso modalità alternative. Se non possibili in presenza, così come spiega Francesco Bramani (sindaco di Dalmine), che si proseguano online oppure con un ristretto numero di candidati per sessione.
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