Qual è la differenza tra il codice annotato ed il codice commentato?
La scelta del codice è di particolare importanza, costituisce il più grande ausilio in sede d’esame e va scelto con cura e attenzione. Bisogna però preliminarmente chiedersi quale sia il codice più adatto da portare con sè e, ancor prima, quali siano i codici ammessi in sede d’esame.
Tra i codici più importanti per l’esame di abilitazione forense vi è sicuramente il codice annotato.
Ma per quale motivo è possibile portare quello annotato e non quello commentato? Vediamo le differenze.
Differenza tra codice annotato e commentato
I codici commentati sono commentari alle norme codicistiche che offrono un’analisi teorico – pratica dell’istituto.
Contengono, dunque, un commento che consente di inquadrare l’istituto giuridico regolato dall’articolo con analisi in modo completo, dando conto dei diversi orientamenti dottrinali e giurisprudenziali.
Questa tipologia di codice si caratterizza, dunque, per la presenza sia della dottrina che della giurisprudenza.
I codici annotati, invece, offrono una raccolta delle massime relative ad ogni articolo del codice consultato.
Contengono, dunque, una raccolta limitata alla sola giurisprudenza senza alcun commento e orientamento dottrinale.
Caratteristica di questo codice è, dunque, la presenza della sola giurisprudenza.
Codici ammessi
Quali sono, dunque, i codici ammessi in sede d’esame d’avvocato?
E’ ammesso il codice annotato, liscio/secco e dei contrasti.
Sono vietati i codici commentati con la dottrina.
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