Decreto PA 2023: stop alle prove orali e altre novità Analizziamo punto per punto cosa cambia nel mondo della Pubblica Amministrazione

 

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Decreto PA 2023

5 min di lettura

Decreto PA 2023: stop alle prove orali per i profili non apicali e tutte le altre novità. Dopo essere passato alla Camera dei Deputati il 6 giugno 2023, il Decreto PA è stato approvato anche in Senato. In questo articolo vedremo nel dettaglio quali sono le diverse novità introdotte riguardanti i concorsi pubblici e altre questioni relative alla Pubblica Amministrazione: queste vanno dallo stop alle prove orali per i profili non apicali, alle assunzioni in sei mesi e il taglio agli idonei. Parleremo di queste e altre novità in questo articolo, dando rilevanza a quelle che secondo noi sono le più importanti per gli aspiranti concorsisti che ambiscono a una posizione lavorativa nella Pubblica Amministrazione.

Le novità

Stop alle prove orali per i profili non apicali

Il Decreto PA 2023 stabilisce che fino al 31 dicembre 2026 i bandi di concorso possono prevedere, per profili non apicali come i funzionari o gli assistenti, unicamente la prova scritta come modalità di valutazione. Ciò significa che potranno essere indetti concorsi senza l’inclusione di una prova orale fino alla fine del 2026. Tuttavia, è importante sottolineare che questa regola si applica esclusivamente al reclutamento di profili non apicali e non rappresenta un obbligo. L’amministrazione responsabile del concorso avrà la facoltà di decidere se includere o meno una prova orale, in base alle proprie determinazioni.

Le novità sugli idonei

Il Decreto introduce nuove disposizioni per i candidati idonei nei concorsi pubblici. Secondo la norma, saranno considerati idonei i candidati che si collocano entro il 20% dei posti successivi all’ultimo nella graduatoria finale. In caso di rinuncia o dimissioni entro 6 mesi dall’assunzione, l’Amministrazione potrà procedere allo scorrimento della graduatoria. Questa regola fa parte della riforma generale dei concorsi pubblici, che mira a ridurre i tempi per l’assunzione del personale da sei mesi dalla pubblicazione del bando.

Disposizione a favore dei volontari del servizio civile

L’articolo 1, comma 9-bis del testo convertito in Legge prevede una disposizione a favore degli operatori volontari che hanno completato il servizio civile universale senza demerito. Essi avranno una riserva di posti pari al 15% nelle assunzioni di personale non dirigenziale presso le pubbliche amministrazioni. La stessa disposizione si applica anche alle assunzioni presso le aziende speciali e le istituzioni strumentali degli Enti locali.

Incentivi per i giovani assunti nella PA

L’articolo 3-ter del Decreto PA stabilisce che determinate Pubbliche Amministrazioni, fino al 31 dicembre 2026, possono assumere giovani laureati con un contratto di apprendistato o studenti di età inferiore a 24 anni con un contratto di formazione e lavoro, entrambi da inquadrare nell’area funzionari. Queste assunzioni sono limitate al 10% delle facoltà assunzionali di ciascuna Amministrazione.

Inoltre, nelle facoltà assunzionali di ogni Amministrazione, è prevista la possibilità che, al termine dei suddetti contratti, il rapporto di lavoro si trasformi in un contratto a tempo indeterminato. Tale trasformazione è subordinata al possesso dei requisiti per l’accesso al pubblico impiego e alla valutazione positiva del servizio svolto durante il periodo contrattuale.

Le novità sulle categorie protette

Il Decreto PA, all’articolo 1, comma 14-septies, prevede la possibilità per il settore pubblico e privato di identificare, oltre alla quota già riservata dalla normativa vigente per l’assunzione obbligatoria di soggetti appartenenti alle categorie protette, ulteriori riserve. Queste riserve aggiuntive si applicano ai gruppi di persone con disabilità che riscontrano una maggiore difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro. L’obiettivo è favorire e facilitare l’inclusione lavorativa di tali categorie protette attraverso misure aggiuntive di riserva.

Aspettativa non retribuita per i dipendenti PA

L’articolo 1, comma 12-quater, introdotto dal Parlamento, modifica l’articolo 18, comma 1, della Legge n. 183 del 2010 per estendere a 36 mesi il periodo massimo di aspettativa non retribuita concesso ai dipendenti pubblici anziché i precedenti 12 mesi. Questa modifica riguarda il periodo massimo di aspettativa senza assegni e senza computo dell’anzianità di servizio, che può essere concesso ai dipendenti pubblici per avviare attività professionali e imprenditoriali. Tale periodo può essere rinnovato una sola volta.

Novità per i comuni sotto i 15.000 abitanti

Il Decreto aumenta la soglia demografica da 5.000 a 15.000 abitanti entro la quale i Comuni possono beneficiare dell’impiego a tempo pieno di dipendenti provenienti da altre Pubbliche Amministrazioni, purché autorizzati dall’Amministrazione di provenienza.

Il testo del decreto sulla Pubblica Amministrazione

Per offrire maggiori dettagli, vi mettiamo a disposizione il testo emendato del Decreto PA 2023 convertito in Legge, che è stato approvato dalla Camera dei Deputati il 6 giugno 2023. È importante notare che il Decreto diventerà Legge dopo essere passato al Senato, il cui previsto è entro il 21 giugno 2023. Una volta completato il processo legislativo, la Legge entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

 

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