L’esame di consulente del lavoro 5 cose fondamentali per la prova scritta

 

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8 min di lettura

 

 

La prova scritta di diritto del lavoro e legislazione sociale

 

Le prove scritte previste dall’esame di abilitazione alla professione di consulente del lavoro consistono nello svolgimento un tema sul diritto del lavoro e sulla legislazione sociale e di una prova teorico-pratica sul diritto tributario. La prova di diritto tributario ha natura tecnica, è più vincolante, ma forse proprio per questo, risulta più agevole. Soffermiamoci perciò sulla prima prova scritta. 

 

Il tema

Il candidato,  dopo aver illustrato le caratteristiche e le differenze tra lavoro autonomo e lavoro subordinato, si soffermi sul contratto a termine e sul lavoro accessorio 

Ecco un esempio concreto del tipo di prova che gli aspiranti consulenti del lavoro devono prepararsi ad affrontare (traccia 2014,  estratta dalla commissione della Basilicata).

Difficile? Potrebbe esserlo, senza dubbio. Anche perché probabilmente non sei più allenato allo svolgimento di un tema, se non allo scrivere in generale. La cosa si complica perché oggetto del tema non è un qualsivoglia argomento, ma uno o più istituti giuridici.

Le 5 cose fondamentali per la prova scritta

 

1. Prima di andare alla battaglia, analizza il nemico

Le tracce, sia come tipologia, sia come argomenti, si ripetono  nell’ambito di una stessa commissione e tra le varie commissioni regionali. Ti potrà essere utile prendere visione delle tracce assegnate alle precedenti sessioni, soprattutto quelle della Regione dove dovrai svolgere l’esame. Potrai constatare che spesso oggetto della traccia non è un unico argomento, ma più argomenti (correlati o meno).  Acquisterai familiarità con la lettura di tali tipologie di tracce e potrai esercitarti a strutturare schematicamente il tema tra più argomenti.

 

2. I vantaggi del campo di battaglia

La buona notizia è che la prova scritta presenta anche dei vantaggi. A differenza della prova orale, infatti, la prova scritta comporta una minore tensione. Manca il confronto diretto con l’esaminatore; l’approccio può essere più lucido, avendo il tempo che ti è necessario   per impostare la trattazione dell’argomento. Nella  prova scritta è il candidato, e non l’esaminatore, a condurre il gioco: in caso di difficoltà, approfondisci i profili della traccia su cui sei  maggiormente preparato,   accennando  a quelli di cui sei più incerto; usa gli orientamenti della prassi amministrativa se li hai studiati o appresi durante il praticantato, attieniti soltanto alle norme  in caso contrario.  

 

3. Rifornisciti di munizioni

Non devi combattere corpo a corpo, hai delle armi. Per lo svolgimento  della prova scritta è consentita la consultazione dei codici, civile e raccolte normative in materia di lavoro (attenzione:  non commentati né esplicati). Saranno un prezioso aiuto nello svolgimento della traccia. Durante la preparazione dovrai memorizzare soltanto  i provvedimenti principali. L’indice analitico/alfabetico del codice ti supporterà nella ricerca. Per esempio: argomento apprendistato; ricerca nell’indice della voce apprendistato; individuazione del provvedimento (D.Lgs. 81/2015) e di eventuali ulteriori fonti (decreti di attuazione, regolamenti etc.); analisi della  disciplina e individuazione dei punti richiesti dalla traccia. 

Se non hai molto tempo da dedicare alla preparazione della prova scritta, non riuscirai a memorizzare tutto quello che c’è da sapere su un determinato argomento. Per ogni istituto, allora, è opportuno  fissare i concetti principali e visionare, sul codice, il provvedimento o i provvedimenti  che lo regolano.

Ad esempio, se si deve trattare del contratto di somministrazione, il candidato certamente dovrà sapere la funzione del contratto nell’ambito della fornitura di lavoro, le parti, la natura, ma è inutile fare uno sforzo di memoria per ricordare tutti gli elementi che obbligatoriamente devono essere indicati nel contratto. Si leggeranno nel provvedimento.   

Ai fini della prova scritta, lo studio deve essere mirato ad acquisire i concetti, che serviranno da linee guida. Per tutti i dettagli (che a volte sono numerosi), se richiesti,  leggerai sul codice.  Impara quindi a consultarlo, se non hai dimestichezza!

 

4. L’addestramento del guerriero

 

Non si può vincere la battaglia senza un minimo addestramento. Esercitarsi allo svolgimento di un tema è imprescindibile. Ciò non significa fare tanti temi, l’importante è sviluppare il metodo e impadronirsene.

È bene a questo punto fare una premessa: nessun metodo può valere   per tutti perché l’attitudine soggettiva è rilevante. Ad esempio, per qualcuno è fondamentale la fase progettuale; successivamente,  si sviluppa  passo dopo passo lo schema impostato. Per altri, lo schema iniziale è solo un canovaccio, suscettibile di variazioni, arricchimenti, tagli etc. e perciò il maggiore impegno è nella fase della stesura.   

Dopo aver ben letto la traccia, quale che sia il tuo approccio, più sistematico o più creativo,  come prima cosa  imposta  lo schema. Serve a raccogliere le idee e a verificare quali sono i punti da trattare.

Successivamente, procedi con la scrittura. Può essere permesso eseguire una «brutta» (sempre su carta portante il timbro d’ufficio e la firma di un componente della commissione esaminatrice), che poi viene riprodotta in «bella» copia,  da consegnare. Se segui queste due fasi,  è importante dosare bene i tempi (complessivamente disponi di 7 ore), soprattutto perché, frequentemente, il passaggio dalla «brutta» alla  «bella» non è una mera ricopiatura, apportandosi correzioni e variazioni che richiedono più tempo. In tal senso, eseguire almeno un paio di temi come se si fosse in seduta di esame, può essere molto utile.

Quante pagine scrivere? Domanda classica, per la quale non esiste una risposta assoluta. La lunghezza dell’elaborato non dà di per sé valore al tema, così come la sintesi non lo sminuisce automaticamente.  Il contenuto,  se valido, è apprezzabile in qualsivoglia numero di pagine, fermo restando il buon senso di evitare gli estremi (né un elaborato troppo stringato, né eccessivamente lungo).

Considera che chi leggerà il tuo tema è esperto della materia.  Pertanto, nello sviluppare l’elaborato, evita di assumere un tono esplicativo, a meno che, per il tenore della traccia, non sia necessario. Ad esempio, se la traccia ha ad oggetto in generale il contratto di lavoro subordinato, esaminando l’elemento della forma, scrivendo che l’obbligo di forma   sussiste solo quando la legge, per alcune tipologie contrattuali,  lo impone espressamente, puoi chiarire il significato dei diversi tipi di forma, ad substantiam o ad probationem. Se, invece, la traccia riguarda il contratto di lavoro a tempo parziale con approfondimento di alcuni aspetti in particolare, puoi limitarti a dire che la forma scritta è richiesta ai fini probatori,   senza spiegarne il significato.  Questo criterio è utile soprattutto in caso di tracce complesse, in cui devi sviluppare più istituti in un numero ragionevole di pagine.

Ultima raccomandazione: semplifica la forma, addomestica la grafia.  Una sintassi semplice e pulita (senza l’uso di numerose proposizioni subordinate e, ovviamente, senza errori grammaticali – oltre ai codici, puoi avere un dizionario di italiano) e una grafia leggibile predispongono positivamente l’esaminatore. Il  testo scorre e i concetti risultano fluidi per chi legge, a cui è risparmiata l’irritante necessità di doversi fermare per capire il senso di un periodo o la parola scritta.

 

 

5. Nessun guerriero è perfetto

Riepilogando, i passi da compiere sono i seguenti: 

— comprendere bene l’argomento della traccia;

— reperire le fonti nel Codice;

— predisporre lo schema di svolgimento;

— redazione dell’elaborato;

— rilettura ed eventuale «bella» copia.

 

Potrà darsi che i primi tentativi di esercitazione diano risultati insoddisfacenti. Sappi che, purché l’elaborato risulti dignitoso, non si richiede la perfezione, anzi l’esaminatore è indotto a usare parametri di valutazione  relativi. Tu non sei il solo ad avere carenze o difficoltà di scrittura. L’importante è non commettere errori banali ed evitabili (sbagliare gli estremi di un provvedimento, confondere concetti essenziali o dilungarsi nei particolari) e centrare le parti sostanziali della traccia.  

Non ti avvilire, esercitati ancora, è una regola universale quella per cui s’impara facendo!

 

 

Mariarosaria Solombrino
Specialista in diritto del lavoro e relazioni industriali.
Curatrice dei volumi per l’abilitazione alla professione di Consulente del Lavoro


 

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