Dopo tante indiscrezioni finalmente un documento ufficiale seppure ancora in bozza.
Un decreto del Miur, non ancora definitivamente approvato, chiarisce finalmente come si svolgeranno per prove dei prossimi concorsi, a partire da quello che dovrebbe essere, a questo punto, bandito a febbraio.
Niente prova preselettiva
Il decreto in realtà prevede una prova preselettiva per tutte le cattedre, ma solo per i concorsi successivi a quello che tutti stiamo aspettando, in quanto i tempi stretti impediscono lo svolgimento della prova preselettiva o, più verosimilmente, perché il numero di concorrenti abilitati non è tale da giustificare una prova di sfoltimento.
Per il prossimo concorso dunque “non è previsto lo svolgimento di test di preselezione per alcun grado di istruzione”.
Nemmeno per Infanzia e Primaria dunque.
Nei prossimi concorsi invece la preselezione ci sarà qualora a livello nazionale il numero dei candidati sia superiore a 4 volte il numero dei posti disponibili, e sarà identica a quella del concorso 2012: computer based e volta all’accertamento delle capacità logiche, di comprensione del testo, delle competenze digitali, nonché di una lingua straniera (tra inglese, francese, spagnolo e tedesco).
Una prova scritta difficile
La vera prova selettiva del prossimo concorso, dunque, diventa la prova scritta che consisterà in 8 quesiti a risposta aperta, inerenti la trattazione articolata di tematiche disciplinari, culturali e professionali, volti all’accertamento delle conoscenze e competenze didattico-metodologiche in relazione alle discipline oggetto di insegnamento.
Quindi i quesiti a risposta aperta accerteranno, non solo la conoscenza delle materie che si andranno ad insegnare, ma anche le competenze professionali in cui rientrano la didattica, la pedagogia, la psicologia dell’età evolutiva, l’ordinamento scolastico, le competenze digitali, la didattica applicata ai BES, le Linee guida e le Indicazioni nazionali ecc.
Per i posti di sostegno gli 8 quesiti della prova scritta saranno relativi ”alle metodologie didattiche da applicarsi alle diverse tipologie di sostegno, nonché finalizzati a valutare le conoscenze dei contenuti e delle procedure volte all’inclusione scolastica degli alunni disabili”.
In ogni prova scritta, che ha la durata di 150 minuti, saranno presenti due quesiti a risposta aperta in lingua straniera a scelta del candidato tra inglese, francese, tedesco e spagnolo.
Il decreto nulla dice sulla possibilità di consultare o meno dizionari e questi quesiti in lingua diventeranno per molti l’osso più duro di questo concorso.
Per il concorso nella scuola primaria, la lingua è obbligatoriamente quella inglese.
La prova scritta per le classi di concorsi di lingua straniera è svolta interamente nella relativa lingua.
Per alcune cattedre è prevista anche una prova pratica anche a carattere laboratoriale.
La solita lezione simulata
Nessuna sorpresa invece sul fronte della prova orale che si profila fattibile e che consisterà in una lezione simulata della durata massima di 45 minuti. In particolare la prova orale è volta a valutare la padronanza delle discipline di insegnamento e la relativa capacità di trasmissione e di progettazione didattica, anche con riferimento alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e sarà così articolata:
– 35 minuti, “lezione simulata preceduta da un’illustrazione delle scelte contenutistiche, didattiche e metodologiche compiute”
– 10 minuti, colloquio con la commissione sui contenuti della lezione e sull’accertamento della conoscenza della lingua straniera. Per la Primaria è obbligatoria la lingua inglese.
Per le classi di concorso di lingua straniera la prova orale si svolgerà interamente nella lingua stessa, inclusa l’illustrazione delle scelte contenutistiche, didattiche e metodologiche compiute.
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