Quali sono i numeri dell’avvocatura italiana? Parliamo spesso di crisi dell’avvocatura, ci sono troppi professionisti, non ci sono clienti, la remunerazione è bassa, questa professione non conviene. Ma qual è il reale stato di salute dell’avvocatura italiana? Sono solo voci infondate o c’è davvero una crisi della professione? Vediamo insieme gli ultimissimi dati pubblicati da Cassa Forense.
Quanti avvocati ci sono in Italia?
Secondo i dati ufficiali di Cassa Forense nel 2021 sono 241.830 gli avvocati in Italia; di questi il 94,3% risulta attivo, mentre il restante 5,7% è rappresentato da pensionati contribuenti.
Quante cancellazioni dall’albo nel 2021?
Cala il numero degli avvocati italiani, con un numero di cancellazioni che per la prima volta risulta negativo rispetto agli iscritti. Le cancellazioni ammontano a 8.707 unità.
Quanti neo iscritti?
Il numero dei neo-iscritti è stato di 7.103, per il 57,3% donne e per il restante 42,7% uomini.
Da chi è composta l’avvocatura?
La distribuzione per genere vede una leggera prevalenza maschile con il 52,3% sul totale. In termini assoluti sono 126mila gli avvocati uomini e 115mila le donne.
Qual è la distribuzione geografica?
Circa un terzo degli avvocati risiede al Nord, contro il 43,8% degli avvocati presenti nel Mezzogiorno e il 22,5% nelle regioni centrali.
Età media degli iscritti?
Per l’età media degli iscritti si accerta che poco meno di sei avvocati su dieci hanno un’età inferiore ai cinquant’anni, mentre gli over 60 coprono una quota di poco superiore al 15%. Questo dato porta l’età media degli iscritti a 48,7 anni e quella degli iscritti attivi a 47,2 anni. L’età media dei pensionati contribuenti è di 73,7 anni.
Quali sono le criticità riscontrate dagli avvocati?
Sembrerebbe, dunque, registrarsi una reale difficoltà all’interno dell’avvocatura confermata anche dal risultato negativo accertato da Cassa Forense, che riscontra come il numero delle cancellazioni abbia di fatto superato, per l’anno 2021, quello delle iscrizioni. Un ulteriore dato sulla condizione professionale può essere desunto dalla quota di professionisti che sta prendendo in considerazione l’ipotesi di lasciare l’attività. Sarebbe di quest’avviso circa un terzo degli avvocati (32,8%).
Quali sono le motivazioni che spingono gli avvocati a riporre la toga?
- È un’attività che comporta eccessivi costi e non è remunerativa – 63,7%
- Ho avuto un importante calo di clientela – 13,8%
- Ho deciso di cambiare attività – 10,7%
- Ho deciso di andare in pensione – 6,1%
- Ho deciso di dedicarmi alla famiglia – 2,0%
Fatturato e clientela
Dall’analisi dei dati desunti dal fatturato del 2021, emerge che:
- 43% circa del fatturato proviene da attività giudiziale in sede civile;
- 17% del fatturato deriva da attività stragiudiziale;
- 10% circa riguarda i giudizi in sede penale;
- meno del 2% deriva da arbitrato e mediazione;
- 1,8% per i giudizi in sede amministrativa;
Mentre raggiunge il 7,2% la componente di fatturato collegata alla collaborazione con altri studi professionali.
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