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I test a risposta multipla sono presenti in molti ambiti: compiti in classe, terza prova di maturità, quiz per la patente, concorsi pubblici, esami di ammissione, verifiche universitarie… Come recita la celebre strofa di una canzone di Renzo Arbore: "sì, la vita è tutta un quiz". Non dobbiamo far altro che comprendere le regole del gioco e ribaltare la partita a nostro favore.
Di seguito, una serie di suggerimenti per consentire al candidato di far sua e sfruttare al meglio l’elesticità mentale indispensabile alla soluzione dei quesiti previsti nelle prove concorsuali.
Il test: un valido strumento valutativo
Il preoccupante aumento della disoccupazione, che rende sempre più consistente il numero delle persone che si propongono in occasione di un concorso, ha determinato un maggior utilizzo dei test come strumentodi valutazione, sia nelle imprese private che nella Pubblica Amministrazione.
I quiz, infatti, offrono l’enorme beneficio di sfoltire notevolmente la rosa dei candidati da ammettere alle prove successive (ancora quesiti o forme diverse di elaborati scritti, colloqui, esami orali) e dunque risultano particolarmente adatti quando il totale degli aspiranti è di gran lunga superiore ai posti realmente disponibili. Essi consentono una valutazione obiettiva e standardizzatadi talune caratteristiche e competenze richieste, cosicché il loro scopo principale risulta quello di stabilire il livello di un candidato in termini di capacità e abilità, nonché di delinearne i tratti principali della personalità.
Nel contempo, queste verifiche presentano ulteriori vantaggi, fra cui la trasparenza, l’imparzialità, l’attendibilità e, non ultima, l’efficienza (dovuta alla velocità di correzione).
Il problema tempo
Il sistema più efficace per migliorare l’approccio al test è quello di “sottostare” alle sue regole, soprattutto per quanto concerne i metodi di risoluzione, i quali purtroppo impongono di tenere in enorme considerazione il fattore-tempo.
Quest’ultimo può variare, ovviamente, a seconda della quantità di quiz assegnati e del livello di difficoltà degli stessi, ma in ogni caso rappresenta un elemento di riferimento su cui conviene allenarsi bene e a lungo, con la consapevolezza che un conto è saper rispondere correttamente a una domanda o risolvere un quesito, un altro è farlo in un arco temporale prestabilito, oltrepassato il quale anche una preparazione ottimale sotto il profilo nozionistico potrebbe risultare irrimediabilmente sprecata.
Impegno ed esercizio
Se vogliamo provare a superare brillantemente un qualsiasi test a risposta multipla è necessario studiare e allenarsi molto. La fortuna, il Fato, i “trucchi del mestiere” possono aiutarci a rispondere in modo corretto ad alcuni quesiti, ma non basteranno per superare la prova, ancor meno per ottenere un voto alto!
Per comprendere e memorizzare – in una parola “padroneggiare” – adeguatamente i meccanismi dei quiz, in particolare dei test di logica (www.simone.it), occorrono impegno ed esercizio, mediante un efficace approccio alla riproduzione simulata delle differenti tipologie di item che con più frequenza ricorrono nelle prove concorsuali.
Affrontare dei test conoscendo già le più usuali chiavi di correzione permette di superare gli stessi con maggiore facilità e in un minore lasso di tempo.
La “notte prima degli esami”
È senza dubbio sconsigliabile ricorrere a calmanti per dormire la notte precedente l’esame: spesso queste sostanze non solo non aiutano a rilassarsi o ad addormentarsi, ma addirittura possono provocare una riduzione dell’attenzione, della concentrazione e della lucidità.
È molto proficuo, invece, fare uso di tecniche rilassanti (esercizi di respirazione, training autogeno, yoga…) e limitarsi, eventualmente, ad assumere preparati a base di erbe medicinali, che di certo non influiscono negativamente sulle capacità intellettive.
L’organizzazione della prova
Per gestire al meglio una prova a test vale la pena attenersi ad alcune indicazioni di massima, al fine di evitare errori (spesso banali ed evitabilissimi!) causati dall’ansia e dalla superficialità. Innanzitutto è utile dedicare qualche minuto all’organizzazionedell’esame.
In questa fase è fondamentale:
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leggere bene le istruzioni (indispensabili per comprendere la logica degli esercizi), il regolamento, le modalità con cui indicare le risposte sull’apposita scheda da consegnare al termine della verifica;
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capire se le risposte errate fanno maturare un punteggio negativo o se, invece, sono valutate alla stregua di quelle lasciate “in bianco”. Nel primo caso, nell’incertezza della soluzione, è preferibile non rispondere e lasciare il quesito irrisolto; nel secondo caso conviene sempre tentare di dare una risposta (a volte l’azzardo può premiare, specie se non si rischia niente!);
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osservare con attenzione gli esempi proposti, sia per assimilare i meccanismi risolutivi in rapporto alla tipologia dei test somministrati, sia per valutare il proprio grado di preparazione in materia, cercando di prevedere le difficoltà a cui si va incontro;
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calcolare con buona approssimazione il rapporto fra il tempo a disposizione e il numero di item da risolvere, soffermandosi su ciascuna domanda per un tempo pari a quello medio (tempo totale/numero di item), in modo da dosare opportunamente impegno, concentrazione ed energie;
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tenere presente che non necessariamente i quesiti dovranno essere risolti secondo l’ordine con cui vengono proposti. Quando se ne salta qualcuno, per poi tornarvi successivamente, è bene segnare su un foglio il numero o la lettera corrispondenti, così da avere un riferimento preciso e ritrovarlo con rapidità (questo vale anche per le risposte in merito alle quali si nutrono dubbi). In genere i quiz hanno tutti il medesimo valore, per cui è più conveniente risolverne due semplici piuttosto che uno decisamente ostico. Se invece le domande sono graduate con un punteggio maggiore in virtù della difficoltà, è opportuno ricordare che i quesiti più complessi richiedono presumibilmente un lasso temporale più ampio per individuare la risposta esatta. E allora si può decidere di iniziare proprio da questi: si sa, a mente fresca si ottengono le performance migliori! Ma questa non è una regola insovvertibile: dipende, in un certo senso, dalla propria forma mentis.
Bisogna, inoltre:
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leggere sempre attentamente le domande e le eventuali opzioni di risposta, prima di indicare quella che si ritiene sia la soluzione corretta;
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attenersi esclusivamente alle indicazioni richieste e sgomberare il cervello da idee interferentiper cercare la soluzione ottimale (la quale spesso non è la prima che viene in mente!);
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ricorrere a un criterio razionale, ovvero applicare anche il principio dell’esclusione per giungere alla scelta definitiva;
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rimanere sempre concentratisul compito, dal momento che eventuali e inutili distrazioni potrebbero compromettere il risultato finale.
Al di là di tutto, basilare è comunque una solida preparazione di base, che consente al candidato di “familiarizzare” con i quiz e con la loro logica. Nella buona riuscita dei test la competenza specifica conta almeno per il 60/70%: chi ha alle spalle una buona conoscenza delle materie oggetto di prova è sicuramente più vicino alla meta.
Controllare l’emotività
Partecipare a un concorso non comporta difficoltà esclusivamente tecniche, rappresentate, per così dire, dalla struttura delle singole prove, ma implica anche il superamento di ostacoli di ordine emotivo.
Il particolare “clima” che s’instaura nel corso delle procedure concorsuali, infatti, è in grado d’incidere fortemente sui risultati conseguiti, ed è necessario tener presente che la “modulazione” di tale clima, benché possa sembrare appannaggio esclusivo degli organizzatori, in realtà è una “costruzione” di entrambe le parti: selezionatori e selezionati. Anche il candidato può influenzare l’atmosfera della relazione, predisponendosi in maniera favorevole e rilassata all’esame. Per quanto ci si prepari, insomma, l’emotività è sempre in agguato: nervosismo e attesa sono elementi capaci di compromettere il buon esito dell’impresa.
Prima di cimentarsi con una verifica a test è perciò fondamentale:
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non farsi prendere dall’ansia che precede un evento importante. Per controllare questa sensazione estremamente negativa si può ricorrere alla sempre efficace tecnica della “respirazione profonda” (inspirare a bocca chiusa, trattenere l’aria immessa per lungo tempo ed espirare a bocca aperta);
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allontanare dalla mente tutti i pensieri che generano agitazione, guardando alla prova con animo sereno, come se si trattasse di un gioco in cui dimostrare la propria abilità;
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non sbirciare le risposte degli altri candidati, i quali potrebbero essersi affidati alla sorte;
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non scoraggiarsi di fronte ai test che appaiono più complicati, riflettendo sul fatto che le difficoltà non sono un problema soggettivo, ma riguardano tutti gli esaminandi.
La “paura dell’ignoto”, ossia il timore di far fronte a una situazione che non si conosce, contribuisce al sorgere dell’ansia. Diverse ricerche psicometriche hanno dimostrato che, a parità di altre condizioni (livello intellettivo, grado culturale, esperienze nel settore), sono in grado di rendere al massimo delle loro possibilità coloro che riescono a controllare o a limitare il senso di apprensione; al contrario, la produttività risulta inferiore negli individui ansiosi.
Informarsi, quindi, sulla situazione da fronteggiare significa “dare un volto all’ignoto”, rendere oggettiva e pertanto meno deleteria la propria inquietudine. Chi possiede delle informazioni sulle modalità di svolgimento delle prove, sul contenuto delle domande e sulla loro forma può verificare attraverso gli appositi volumi per le esercitazioni la propria velocità di ragionamento e impegnarsi per migliorarla, così da avvicinarsi al momento topico con una certa e giustificata sicurezza.
Poliedricità e dimestichezza
L’ostacolo principale verso il traguardo di una resa ottimale consiste nel fatto che parecchi individui sono capaci di ottenere un rendimento elevato in alcune prove, ma non in tutte, mentre per vincere un concorso è determinante riuscire ad avere il miglior punteggio possibile nel maggior numero di test e conseguirne almeno uno medio negli altri (si chiama “eclettismo”).
Di solito, rischia di non essere ritenuto idoneo colui che, pur raggiungendo prestazioni elevate in talune tipologie di quesiti, ottiene un risultato di molto inferiore alla media anche in un solo test della batteria; di conseguenza è di capitale importanza acquisire dimestichezza con reattivi di ogni genere, onde evitare di scoprirsi incapaci di risolverne qualcuno in particolare.
Il ruolo della motivazione
La motivazione è un fattore dinamico del comportamento che attiva e dirige ognuno di noi verso una meta. L’uomo, a differenza dell’animale, si propone di fare qualcosa senza essere costretto o sollecitato, nel progetto della realizzazione di se stesso.
“Essere motivati” significa disporsi più favorevolmente all’apprendimento e, sul piano lavorativo, consente di accorciare in modo sensibile i tempi della formazione del personale, assicurando un maggior successo all’opera di chi è impegnato nella gestione delle risorse umane.
Pochi sanno veramente cosa cercano in un lavoro e si tratta di persone senz’altro fortunate! La maggior parte delle volte, chi partecipa a un concorso non sa dimostrarsi effettivamente motivato alla funzione per la quale si candida: inutile dire che ciò influisce negativamente sull’esito della verifica.
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