Negli ultimi anni, se non decenni, si è parlato con preoccupazione crescente dello “stato di salute” dell’avvocatura italiana. Tra cancellazioni dall’albo, meno iscrizioni ed un reddito medio che si attesta su importi inferiori a quello di altri professionisti, è sempre più sentita la crisi che colpisce gli avvocati. E viene da chiedersi: quanto guadagnano gli avvocati?
Iscrizioni
Secondo il rapporto Censis 2021 sono 231mila gli avvocati iscritti a Cassa forense (circa 4 avvocati ogni 1000 abitanti) ed il reddito medio dichiarato dagli iscritti è di 40.180 euro.
Si registra un lieve sorpasso delle donne avvocato sugli uomini: 115mila 724 contro 115mila 571, a fronte però di un reddito che le vede penalizzate (circa 25.000 euro, ossia poco più della metà rispetto alla media nazionale).
Quasi il 45% degli avvocati esercita al Sud, mentre la fascia d’età più consistente è quella compresa fra i 40 e i 49 anni con il 38,8% degli iscritti attivi.
Reddito medio
A guadagnare di meno sono non solo le donne, ma più in generale i “giovani” ed in particolare chi risiede nelle regioni meridionali.
I giovani avvocati under 30 guadagnano in media 13.000 euro; il campione tra i 31 ed i 34 anni dichiara di guadagnare circa 16.500 euro e solo tra i 45 ed i 49 anni il reddito inizia a crescere fino ad arrivare a 39.000 euro. Raggiunti i 50 anni tende a superare la soglia dei 50.000 euro fino a vette pari a 67.000 euro circa.
A guadagnare di più sono gli avvocati del Nord con un reddito medio pari a 57.600 euro, a fronte dei 24.125 euro dichiarati dai colleghi del Sud.
La regione con tasso reddituale più alto si conferma la Lombardia con una media di 70.154 euro, mentre chiude la classifica la Calabria con 19.796 euro quale reddito medio dichiarato.
Elementi di crisi
Da un’analisi di lungo periodo emerge il continuo ridimensionamento del reddito medio degli avvocati fino al 2014, cui segue una lenta ripresa. A fronte di variazioni comunque positive nel numero degli iscritti agli Albi fra il 2010 e il 2020, nell’ultimo anno si registra invece un incremento di poche decine di unità. In ogni caso, il livello del reddito medio mantiene una tendenza negativa a fronte dei sempre maggiori oneri imposti ai professionisti, tra cui l’obbligo della polizza professionale, spese relative al processo civile telematico, banche dati essenziali per la consultazione della giurisprudenza. Oneri che si sommano alle spese ordinarie per lo studio, con costi fissi mensili che oscillano mediamente tra gli 800/1000 euro.
Ci si chiede, dunque, perché la carriera forense attrae sempre di meno. Il Censis ha intervistato la popolazione per sapere cosa ne pensa degli avvocati e secondo il 44% è una professione che costringe i giovani alla precarietà per troppo tempo, con prospettive di crescita che si sviluppano eccessivamente sul lungo termine e che non è sostenibile da tutti i giovani avvocati o aspiranti tali. Da qui il calo degli iscritti e una tendenza che vede sempre più questa nobile professione destinata a “pochi”.
Fonte: elaborazione Censis su dati Cassa Forense
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