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Stanno facendo molto discutere le ultime interviste rilasciate da Renato Brunetta, nuovo ministro PA del Governo Draghi 2021. Interrogato sul rilancio e sulla ripresa dell’Italia dopo il Covid 19, il ministro parla di assunzioni veloci e di stop ai concorsi anche se però occorre far luce sui punti della sua riforma PA.
Anche se la riforma Brunetta sui concorsi 2021 riguarda molti aspetti tra cui le procedure e le modalità di reclutamento, non bisogna giungere a conclusioni affrettate. In più occasioni il ministro così come anche l’istituzione del Ministero per la Pubblica amministrazione, hanno chiarito che i concorsi continueranno e che si svolgeranno con modalità diverse.
Cosa prevede la riforma Brunetta sui concorsi 2021
In un periodo storico come questo, dove ci sono più interessi in gioco, occorre dare nuova linfa vitale alla Pubblica amministrazione. Le parole di Brunetta si riferiscono soprattutto al Recovery Fund che prevede, tra l’altro, un’ingente quantità di fondi per il rinnovamento e la digitalizzazione della Pubblica amministrazione.
“Non dico che è l’ultima occasione perché sono un inguaribile ottimista ma è la grande occasione: abbiamo 200 miliardi da spendere.
E’ vero che ci sarà lo stop dei concorsi?
No. Il ministro non ha mai parlato di stop dei concorsi. Anzi, al contrario, questi dovranno ripartire quanto prima. Anche l’ANSA ha riportato la notizia sulla ripartenza dei concorsi che riprenderanno nelle prossime settimane. Il ministro ha parlato, al più, di stop “ai vecchi concorsi”, ossia alle procedure lente e macchinose che si protraggono anche per un decennio.
Per approfondire: leggi anche Riforma Brunetta: al via i concorsi in presenza 2021. In arrivo il decreto
Il Dossier sulla PA pubblicato dal Ministero della PA e presentato alle Camere mette in evidenza un passaggio fondamentale:
La media dei tempi tra emersione del bisogno ed effettiva assunzione dei vincitori è di oltre 4 anni. In aggiunta, con la pandemia da settembre 2019 a oggi sono state messe a concorso meno di 22mila posizioni lavorative: di questo passo ci vorranno oltre dieci anni per recuperare i posti persi.
Assunzioni veloci di laureati per il Recovery Plan
Secondo il Ministro occorre fare presto per fare in modo che i fondi del Recovery Plan siano investiti al meglio. Siccome i conti e le procedure devono essere portate a termine entro tre mesi e dal momento che non ci sarebbe il tempo di espletare concorsi pubblici, occorre introdurre percorsi ad hoc destinati a selezionare i migliori laureati – a tempo determinato – i profili con le più alte qualifiche, nonché a favorire, anche attraverso modelli di mobilità innovativi, l’accesso da parte di persone che lavorano nel privato più qualificato, in organizzazioni internazionali, in università straniere o presso soggetti pubblici e privati all’estero.
Il reclutamento dei giovani che dovranno lavorare al Recovery Plan “avverrà con regole nuove: non più i vecchi concorsi, ma selezioni da realizzare in uno, due, tre mesi prendendo i migliori, quelli che hanno più esperienza.
Due–tre–cinquemila all’anno, per essere immessi in questi progetti che devono cambiare l’Italia per far vivere meglio le famiglie e per far funzionare meglio le imprese”.
Dunque, è chiaro che ci si riferisce a un numero di persone che dovrà essere impiegato per migliorare la macchina amministrativa dell’Italia. Si tratterà nella specie di progetti, probabilmente a tempo determinato, che saranno attivati in parallelo con i concorsi pubblici che riprenderanno in presenza e a breve.
Ricordiamo, ancora, che esiste l’articolo 97 della Costituzione secondo cui “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso“.
Riforma Brunetta concorsi 2021: molti più bandi rispetto al passato
I concorsi continueranno ad essere banditi con regolarità e, anzi, se ne prevedono molti di più soprattutto considerando le enormi carenze di organico delle Pubbliche amministrazioni.
Nel 2021, per la prima volta, ci saranno più pensionati ex dipendenti pubblici (3 milioni) che dipendenti pubblici attivi. Le amministrazioni più colpite sono le Regioni e gli enti locali.
Si punterà anche a figure per profili tecnici (ingegneri, architetti, geologi, chimici, statistici, ecc.), ma anche a figure completamente nuove per il settore pubblico come project management, pianificazione, progettazione e controllo, performance e risk management, gestione di risorse umane e finanziarie, policy design, comunicazione digitale, gestione e rendicontazione dei progetti finanziati a valere sui fondi UE.
Tutte queste novità sono riassunte nel Dossier della Pubblica amministrazione pubblicato sul sito ufficiale della Funzione Pubblica.
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