Nel sistema normativo vigente, l’esercizio delle attività finanziarie è circoscritto ad una gamma predeterminata di soggetti specialisti. Questi ultimi, facendo da cerniera tra operatori in surplus monetari e operatori in deficit monetari, veicolano la liquidità dei primi agevolandone la trasformazione in impieghi produttivi.
È evidente, tuttavia, che la specializzazione degli intermediari e la quantità delle operazioni effettuate consentono diversificazioni degli investimenti e riduzioni di rischio non possibili se la transazione avvenisse senza alcuna mediazione, per non parlare della professionalità e del bagaglio di informazioni di cui gli intermediari sono in possesso.
Ciò spiega la nascita e la diffusione di operatori specializzati che negoziano e gestiscono la maggior parte del risparmio e che, in ragione dell’attività svolta e dell’affidamento della loro clientela, sono sottoposti a penetranti controlli da parte delle autorità di vigilanza onde garantire sia la tutela degli investitori sia la stabilità, la competitività e il buon andamento del mercato finanziario.
Fatta eccezione per la raccolta a vista del risparmio privato (depositi in conto corrente, libretti di risparmio ecc.) gli intermediari finanziari — categoria che, oltre alle banche, comprende, tra gli altri, operatori come SIM, SGR, istituti di pagamento, istituti di moneta elettronica — esercitano attività e servizi quali operazioni di pagamento e incasso di denaro, gestione di carte di credito/debito, consulenza finanziaria, investimenti mobiliari ecc.
Ad essi vanno aggiunte le imprese di assicurazione, che coinvolgono il risparmio privato attraverso la collocazione delle polizze del cd. ramo vita.
Scopo di questo compendio è proprio quello di offrire un quadro il più possibile esaustivo e accurato delle attività svolte dai diversi intermediari, dei mercati sui quali essi operano e delle regole che governano tali attività.
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