I maturandi lo avevano fiutato: per i 70 anni della Costituzione, la nostra legge fondamentale era gettonatissima nel toto-temi 2018.
E, puntualmente, il pronostico è stato rispettato: il tema di ordine generale, spesso il salvacondotto di molti studenti alle prese con la prima prova scritta, richiedeva di analizzare un caposaldo della Costituzione italiana; quell’articolo 3 che sancisce il principio di uguaglianza formale e sostanziale di tutti i cittadini di fronte alla legge. Senza distinzione di sesso, lingua, religione, razza, opinione politica e condizione economica e sociale, assegnando allo Stato il compito di rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono tale parità di trattamento.
Una traccia quanto mai attuale, aperta a mille argomentazioni, ma possiamo anche dire una traccia agevole? Assolutamente no, considerato il poco tempo che nelle nostre scuole si dedica allo studio dei principi costituzionali.
Proviamo a chiedere ai nostri figli se conoscono la differenza fra uguaglianza formale e sostanziale o quali sono gli altri articoli della Costituzione che fanno da corollario a tale principio: l’ art. 8 in tema di confessioni religiose, ad esempio, o il 29 che sancisce la parità in famiglia fra i coniugi o, ancora, il 37 che riconosce l’uguaglianza di diritti e retribuzioni fra lavoratori e lavoratrici. Insomma, una adeguata conoscenza dei principi fondativi della Costituzione e un buon aggiornamento su alcuni temi di attualità scottante come immigrazione, questione femminile, libertà di culto, consentivano uno sviluppo della traccia eccellente, ma al contrario, una conoscenza lacunosa conteneva un forte rischio di banalizzare l’esposizione e fallire l’obiettivo.
Questa scelta del Ministero riporta, in realtà, alla luce un tema quanto mai dibattuto relativo ai nostri programmi scolastici: la necessità di ridare adeguato spazio, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, allo studio dell’ Educazione alla Cittadinanza, allo sviluppo di quelle competenze socio-civiche, pur previste nelle otto competenze-chiave dell’apprendimento permanente fissate dall’Unione Europea e, invece, troppo spesso colpevolmente tralasciate nei corsi di studio.
Esistono in Parlamento diverse iniziative legislative tese a ridare dignità di materia con autonomia curriculare alla “Cittadinanza e Costituzione” nella scuola secondaria di primo e secondo grado, troppo sacrificata, da quando, con le ultime riforme è stata accorpata nell’orario e nel voto alla Storia.
Ma prima delle riforme, sta già nella sensibilità dei docenti cercare uno spazio autonomo di studio. Simone per la Scuola, marchio scolastico della più nota Edizioni Simone, diretta dal professor Federico del Giudice, Costituzionalista e autore della Costituzione Esplicata e di numerosi altri volumi di Diritto costituzionale, si è ostinata, nonostante la progressiva scomparsa dai programmi di studio, a proporre nel suo catalogo scolastico letture con diversi gradi di approfondimento della Costituzione.
“La Costituzione è prima di tutto un patto fra cittadini. La sua conoscenza risulta essenziale per poter partecipare alla vita politica e sociale del Paese”, si legge, ad esempio, nella premessa di “Leggere la Costituzione”, una proposta didatticamente calibrata sulle esigenze degli studenti delle superiori di lettura della Costituzione in cui ciascun articolo è visto nelle sue radici storiche e nei suoli legami con i temi più attuali della vita politica, economica e sociale.
Ecco, in attesa, che il legislatore ridia il suo spazio, troviamo nelle nostre classi, il tempo di “Leggere la Costituzione”, perché, come disse Calamandrei, uno dei Padri costituenti “dietro ogni parola della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta”.
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