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L’esame d’avvocato impone al candidato un‘ottima preparazione nella materia processuale, forse la più importante e funzionale ai fini dell’esercizio della professione forense. Un buon avvocato non può prescindere da uno studio ed una conoscenza puntuale e approfondita dei principi di diritto ma, ancor più, delle regole procedurali.
Domande frequenti di procedura civile
Il diritto processuale civile è un materia particolarmente vasta ed estremamente tecnica, ed è per questo che si presta ad un ventaglio ampissimo di domande e di “tranelli” con cui i commissari possono mettere alla prova la conoscenza maturata dal candidato.
Il diritto processuale civile se da un lato appare tecnico e complesso, dall’altro rappresenta il cuore pulsante delle aule di giustizia e del fare concreto del giurista. Lo stesso praticante si è già imbattuto durante la pratica in molteplici dinamiche processuali e le ha viste concretizzarsi nelle aule di udienza. E’ una materia, inoltre, che richiede particolare attenzione e studio rappresentando, secondo molti, la più complessa delle procedure.
Di seguito una piccola cernita delle domande più frequenti sottoposte ai candidati in sede d’esame:
- Quando si verifica un difetto di giurisdizione?
- Quali decisioni precludono il regolamento di giurisdizione?
- Qual è la differenza tra giurisdizione e competenza?
- Quali sono gli elementi indicativi dell’azione?
- In cosa consiste l’iniziativa di parte?
- In quali controversie si applica la mediazione obbligatoria?
- Quali sono gli istituti attraverso i quali si realizza l’estraneità del giudice rispetto alla causa?
- Qual è la differenza tra la capacità processuale e la capacità di essere parte?
- Qual è la differenza tra termine perentorio ed ordinario?
- Quando un atto processuale è inesistente?
Consigli per lo studio di diritto processuale civile
Lo studio del diritto processuale civile richiede una comprensione e una visione d’insieme, partendo dai principi generali vanno poi individuati i meccanismi che regolano le dinamiche processuali. Una buona programmazione è alla base di uno studio proficuo ed ottimale, che possa rendere performante in sede d’esame gli sforzi profusi nella fase di studio. Dunque:
- Programmare lo studio in giorni ed argomenti;
- Creare un piano di studio realistico, meglio non sovrastimare;
- Inserire nel piano di studio i giusti tempi da dedicare alla ripetizione;
- Utilizzare sempre il codice e leggere le norme che si studiano dai manuali;
- Associare i concetti ad esempi pratici, magari tratti dalle esperienze maturate durante la pratica forense affinché possano agevolare la comprensione ed il ricordo delle regole procedurali;
- Concedersi dei tempi di riposo.
Ed, infine, il consiglio più importante di tutti: credere sempre in sé stessi!
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