Nell’ambito di un concorso pubblico l’articolazione delle prove può essere alquanto varia, ma senza dubbio i test, sempre più spesso costituiti da quesiti a risposta multipla, rappresentano la metodologia di verifica di gran lunga più adottata. Ecco le principali categorie.
Esistono diversi criteri di classificazione dei test, a seconda di ciò che si vuole prendere in considerazione, ossia in base a:
- quello che si desidera analizzare (l’intelligenza, la personalità, l’attitudine, la cultura generale, la competenza specifica);
- le modalità di somministrazione (verifiche individuali o collettive);
- le caratteristiche esterne (test carta-matita o strumentali);
- le varietà di risposta (orale o scritta; a scelta multipla, aperta, vincolata; produzione libera);
- il tempo di risposta (libero o prefissato).
In linea di massima i test, detti anche “reattivi psicologici”, si articolano in 4 grandi categorie:
- test d’intelligenza;
- test attitudinali;
- test di personalità;
- test per stabilire le competenze specifiche (http://simone.it).
Le prime tre costituiscono i “test di carattere generale”.
A tali verifiche, in alcuni casi, vengono affiancate anche quelle per esaminare distinte capacità/abilità legate alla tipologia di lavoro o di mansione che dovrà essere svolta. Quesiti, in altri termini, che mirano a sondare il grado di competenza in determinate materie: la quarta categoria del nostro elenco, appunto.
In particolare, si tratta di quiz nozionistici che vertono su concetti di cui il candidato deve essere a conoscenza, molto spesso strutturati sotto forma di domande con risposta a scelta multipla: il loro superamento dipende dal livello di padronanza della disciplina in oggetto e dalla familiarità con le tecniche di risoluzione.
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