La didattica a distanza ai tempi del coronavirus. Da poco è in vigore il DPCM del 4 marzo con cui, tra l’altro, è stata predisposta la chiusura delle scuole d’Italia fino al 15 marzo. La misura si rende necessaria a fini di prevenzione per l’emergenza coronavirus 2020 che continua a tenere impegnate le istituzioni con un discreto livello di allerta.
Tuttavia, se è vero da un lato che le scuole non possono erogare attività didattiche in presenza, dall’altro resta ferma la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza. Ma cosa significa erogare attività formative a distanza? Quali possono essere i metodi più utili e veloci da predisporre per insegnare senza una classe tradizionale?
Questo articolo, pieno di consigli pratici e veloci su come mettere in pratica metodi alternativi di insegnamento, potrebbe essere utile ai docenti per erogare attività formative anche in assenza di vere e proprie piattaforme e-learning che dovranno essere predisposte dai singoli istituti.
Cosa serve per la didattica a distanza?
Il Miur ha pubblicato delle indicazioni molto utili su come sarà strutturata la didattica a distanza. Le nuove indicazioni, reperibili sul sito istituzionale, sono molto importanti perché dettagliano le modalità di fruizione dei corsi e degli insegnamenti.
Per l’attività didattica a distanza è necessario avere:
- una connessione Internet;
- un computer; oppure
- altri dispositivi abilitati a connettersi ad internet come uno smartphone, un tablet, un notebook.
E’ opportuno ricordare, inoltre, che anche con la didattica a distanza risulta fondamentale dare al gruppo classe l’idea di continuità dell’anno scolastico, sebbene ci sia la chiusura forzata delle scuole.
Quale metodo utilizzare?
Prima di partire con l’analisi dei metodi didattici alternativi, è opportuna una piccola premessa: la scelta del metodo dipende dall’insegnante e dal tipo di esigenza che si vuole ricoprire. In particolare, ciò che si consiglia in queste situazioni è di evitare di trattare alcuni degli argomenti fondamentali dell’anno scolastico quanto, piuttosto, riprendere concetti già affrontati oppure dedicarsi ad approfondimenti, attività pratica o argomenti non particolarmente complessi.
Una valida alternativa: Google Classroom
Google Classroom consente di ottimizzare i compiti, rafforzare la collaborazione e agevolare la comunicazione, per rendere l’insegnamento più produttivo e significativo. I docenti possono creare corsi, distribuire compiti, inviare feedback e tenere tutto sotto controllo, in un unico posto. Classroom si integra inoltre perfettamente con altri prodotti Google, come Documenti Google e Drive.
Con questo servizio si possono creare e gestire corsi con dei compiti e, inoltre, si può fornire feedback assegnando voti in tempo reale e direttamente. Google Classroom è gratuito per gli utenti, necessita di Google Suite for Education e può essere utilizzato da tutti gli utenti maggiori di 13 anni.
Anche WhatsApp può essere una valida alternativa alla didattica frontale. Questi social garantiscono la possibilità di creare gruppi di utenti – già per vero utilizzati nella vita scolastica di tutti i giorni – tra insegnanti e alunni. Una buona idea potrebbe essere quella di accertarsi:
- che tutti gli studenti siano stati inseriti in questi gruppi, per evitare che qualcuno possa essere lasciato indietro;
- che tutti abbiano la possibilità di ricevere i messaggi e di comunicare a loro volta tramite i propri dispositivi
Potrebbero essere creati gruppi diversi (si consiglia un gruppo per ciascun docente, invece che un gruppo generico di tutti i docenti e tutti gli studenti) per garantire conversazioni ordinate e senza un overload di messaggi.
Su WhatsApp il gruppo può contare al massimo 256 membri, su Telegram 75mila
Sui social istantanei si può lavorare molto anche con i messaggi vocali: sebbene non vi sia la possibilità di vedere chi parla dall’altro lato dell’utenza, è comunque possibile spiegare un argomento, chiarire un concetto difficile o troppo lungo da scrivere, farsi ripetere un argomento da un alunno. Per WhatsApp infine, ricordiamo che è presente anche la funzionalità per effettuare video chiamate (con un numero massimo di 4 partecipanti).
…e Telegram
Anche Telegram si presta facilmente ad una didattica rapida e alternativa. Forse non tutti i docenti sanno che tramite Telegram è possibile creare dei “Canali” ossia dei gruppi di persone in cui – a differenza dei gruppi Whatsapp – solo l’ideatore del gruppo potrà comunicare ai partecipanti.
Si tratta dunque di un metodo unidirezionale e non a comunicazione reciproca come per WhatsApp.
Nel Canale si possono scrivere messaggi, inviare messaggi vocali, inviare videomessaggi (durata massima un minuto), inviare video e file di ogni tipo (anche .pdf o documenti). Gli studenti riceveranno il materiale didattico che potranno poi utilizzare per la fase di studio effettiva.
Utilizzare Facebook
Nel caso in cui il docente volesse spiegare un particolare argomento per il quale ritiene necessario un contatto simultaneo con la classe, un valido strumento può essere offerto dalle trasmissioni in diretta che Facebook consente. Una diretta Facebook, oltre a poter essere organizzata sul proprio profilo personale, può essere avviata anche all’interno di un gruppo ad hoc (magari “Gruppo Classe 3A”, “Matematica 3A – Manzoni”). Durante la diretta, gli studenti potranno commentare simultaneamente ciò che il docente spiega così da permettere uno scambio interattivo simultaneo.
Consigli pratici per le dirette Facebook: è fondamentale accertarsi di avere una buona connessione internet “non a singhiozzo” per garantire una continuità nella trasmissione. Inoltre, è utile dare ai ragazzi un tempo preciso per l’inizio della diretta, in modo da avere a disposizione gli studenti giusto per l’occasione. Perché non dedicare alle dirette Facebook le fasce orarie mattutine, come per le lezioni in presenza?
Per raccogliere materiale oppure permettere di raggruppare gli studenti e i docenti, si potrebbe optare anche per un gruppo Facebook. Il gruppo Facebook – molto semplice da creare – ha il vantaggio di permettere:
- il caricamento di file;
- chat di gruppo;
- conversazioni asincrone con uno scambio di risposte tramite i post e i commenti ai post
Assegni a casa e ripasso in presenza
Per le materie non particolarmente complesse e per cui si rende necessario uno studio autosufficiente, si può pensare comunque di optare per una procedura a due fasi:
- in questi giorni, il docente può assegnare dei compiti per casa, come lo studio di un certo argomento;
- a lezioni frontali riprese (dopo il 15 marzo), prima di verificare la preparazione del gruppo classe, potrebbe essere un’idea quella di riprendere gli argomenti assegnati con sintesi orali sui punti principali, schemi e schede riassuntive già preparate dal docente oppure con domande teoriche agli alunni.
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