Il concorso nella scuola è un flop, 90% di bocciati allo scritto. Tra quiz assurdi e posti vacanti. Cominciano ad essere pubblicati i primi dati sulla percentuale di candidati che hanno superato con un punteggio sufficiente la prova scritta prevista per il concorso ordinario. Le segnalazioni arrivano dal web, a partire dai gruppi dei candidati alle diverse cdc, dai social e dai sindacati. Come spiega anche Tgcom24, la percentuale di candidati ammessi alla prova orale successiva – che scremerà ulteriormente il numero dei docenti – si aggira al 10%. Sulla base degli studi condotti dall’Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori), il 90% dei candidati è stato bocciato allo scritto e non parteciperà alle fasi successive. Ad essere nell’occhio del ciclone sono i quiz somministrati ai candidati, del tutto fuori luogo e in nessun modo utili ad accertare il merito e la preparazione reale dei candidati.
La questione ha assunto negli ultimi giorni una rilevanza nazionale al punto tale che decine di testate giornalistiche parlano della vicenda.
Vediamo tutti i punti critici che si segnalano sul web e tra i candidati nel concorso nella scuola.
Concorso nella scuola: cosa c’è che non va
Quiz impossibili o improbabili
Si sono registrate durante le sessioni diverse serie di quesiti del tutto inadeguati alla classe di concorso di attinenza. Non soltanto quiz impossibili nei fatti (ad esempio perché con tutte le 4 opzioni di risposta sbagliate o corrette), ma anche nella teoria: definizioni e citazioni di opere antiche, dinastie cinesi per la storia, calcoli chimici nelle classi di tecnologia e così via.
A complicare il tutto, anche la scelta delle alternative di risposta: così simili da loro da sembrare identiche.
Disparità tra le sedi
Molti candidati ci segnalano che alcune sedi non si sono uniformate alle linee guida ministeriali anche sui più elementari aspetti della procedura, a partire dalla possibilità di portare cibo e acqua durante la prova (possibilità negata in molte sedi scolastiche italiane).
Inoltre, mentre alcune sedi hanno consentito ai candidati l’utilizzo di carta e penna per lo svolgimento della parte pratica dei quesiti, altre lo hanno categoricamente negato. Ciò ha comportato una disparità anche tra i candidati che, a differenza degli altri, non hanno potuto contare su alcun supporto informatico.
Programmi da studiare non rispettati
Si leva a gran voce la critica mossa al Ministero dell’istruzione che non soltanto ha pubblicato (solo pochi giorni prima della prova) i quadri di riferimento con gli argomenti da studiare, ma avrebbe anche disatteso richiesta degli argomenti segnalati in più occasioni.
Il tipo di quesiti posti, inoltre, sembrava rispondere ad altre esigenze: ossia selezionare i candidati più abili con la memoria in luogo della preparazione.
Sproporzione negli argomenti
A fronte dei 50 quesiti, in alcune sessioni si sono avvicendate batterie con maggioranza delle materie su aspetti di dettaglio e non principali. O ancora, quiz su argomenti fondanti che, però, hanno avuto decisamente troppo peso rispetto al resto dei quesiti.
Ad esempio, per la classe di concorso di lingua AB24 e AB25, gran parte dei quiz riguardava il cosiddetto QCER (Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue) e i suoi descrittori: livelli di competenza e abilità da sapere a memoria, punto per punto.
In molte sessioni, tutti boccati
La percentuale di promossi alla fase successiva è bassissima e, in molti casi, addirittura pari a zero. Ci sono tante classi di concorso con le relative sessioni mattutine e pomeridiane che registreranno una forte carenza di posti. Alcuni casi emblematici riguardano, ad esempio, la Regione Puglia.
Per la classe A022 (Italiano, Storia, Geografia nella scuola secondaria di primo grado), con la prova del 21 e 22 marzo soltanto 87 candidati sono stati promossi sui circa 2.300 candidati: appena il 3,7% di partecipanti allo scritto che potrà svolgere l’orale.
Concorso nella scuola, più posti vuoti
Anche se i dati variano a seconda della classe di concorso e della regione, è palese ormai che non si copriranno tutti i posti a concorso e che, anzi, sarà necessario attingere ad altre modalità di assunzione prima di settembre se ci si aspettano le immissioni in cattedra per il prossimo anno scolastico.
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