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Concorsi pubblici 2024: quasi 300mila posti banditi e non è finita qui, Il Ministro Zangrillo festeggia un risultato storico per la Pubblica Amministrazione e annuncia importanti novità. La prima parte del 2024 sarà di quelle che verranno ricordate nella storia della Pubblica Amministrazione italiana: da gennaio 2024 infatti sono stati ben 288mila i posti messi a concorso dall’inizio dell’anno ad oggi, un conto che è destinato sicuramente ad aumentare entro dicembre anche in vista del prossimo concorso scuola annunciato dal Ministro Valditara e di cui parliamo qui.
Le dichiarazioni del ministro
Il Ministro Zangrillo ha elencato nel corso di un’intervista gli obiettivi raggiunti negli ultimi anni a partire dalla digitalizzazione:
Abbiamo completamente digitalizzato la procedura concorsuale, tagliando i tempi dai 780 giorni di fine 2020 agli attuali 5 mesi. Oggi ci si iscrive ai bandi di concorso attraverso lo smartphone. Grazie all’intelligenza artificiale, con un algoritmo sviluppato in casa, inoltre, stiamo lavorando per avere, a breve, un assistente virtuale che aiuterà le persone a comprendere, a seconda delle caratteristiche individuali e delle proprie aspettative, i corsi più adatti rispetto all’offerta.
Il Ministro si sofferma poi sugli obiettivi raggiunti negli ultimi due anni e sul prossimo futuro:
Il risultato è che nel 2023 abbiamo assunto 173 mila persone. Faremo altrettanto nel 2024 e nel 2025. E continueremo ad assumere, perché da qui al 2030 la PA perderà quasi un milione di persone, che andranno in pensione, dopo il calo di 300 mila dipendenti, che non sono stati sostituiti a causa del blocco del turnover dal 2010 al 2020.
Concorsi pubblici 2024: i numeri
Nei primi otto mesi dell’anno la macchina dei concorsi pubblici ha battuto ogni record precedente: sono stati lanciati 13.274 bandi per 288.558 posti, cioè 2,7 volte (+176%) quelli del 2023. Anche le candidature sono state da record: la cifra monstre è di ben 2 milioni di candidati per cui il posto pubblico diventa un’ambizione professionale. Quasi l’ottanta percento delle arriva dalle amministrazioni locali, ma sono i bandi delle Pa centrali a raggiungere le dimensioni maggiori (in media 49 posti per concorso, contro i 14 degli enti locali).
La retribuzione di ingresso è di 1.500-1.600 euro netti al mese per i laureati, ma al ministero si lavora per promuovere un sistema di gestione delle persone in grado di valorizzare le competenze e i talenti.
Il problema dell’età media dei dipendenti pubblici
Il Ministro durante l’intervista ha tracciato il profilo di chi è stato assunto negli ultimi due anni:
Neolaureati, neo diplomati, molti giovani ma anche persone già inserite nel mondo del lavoro. Alla fine del 2021 l’età media dei dipendenti pubblici era di 51 anni e 3 mesi; oggi siamo a 49 anni e mezzo. Nel 2009 l’età media era di 43 anni. Per la prima volta, quindi, vediamo un’inversione di tendenza, è un altro segnale. Ma, come accade alle aziende private, anche noi abbiamo difficoltà a trovare profili nelle discipline STEM. Da qui nasce l’ipotesi di un rinvio del pensionamento.
Il rinvio del pensionamento
Infine il Ministro ha prospettato la possibilità di estendere l’età di pensionamento per alcuni dipendenti pubblici, permettendo loro di rimanere in servizio fino a 70 anni su base volontaria. Questa misura si inserisce nel contesto della pianificazione di bilancio a medio termine e mira a offrire alle amministrazioni, anche locali, uno strumento gestionale utile. La proposta prevede un limite del 10% del turnover, con l’obiettivo di consentire alle amministrazioni di trattenere personale esperto, mentre il Ministero dell’Economia sta effettuando simulazioni per valutare l’eventuale risparmio previdenziale.
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