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L’avvocato è un libero professionista che svolge attività giudiziale e stragiudiziale. Nell’attività giudiziale rientra l’assistenza, la rappresentanza e la difesa nei giudizi davanti a tutti gli organi giurisdizionali mentre, tra le attività stragiudiziali, ricordiamo le consulenze, la stesura di pareri, arbitrati e la redazione di contratti particolarmente complessi.
Chi può diventare avvocato
Per poter esercitare la professione forense è necessaria l’iscrizione all’albo professionale. Possono essere iscritti coloro che, in possesso della laurea in giurisprudenza conseguito a seguito di corso universitario di durata non inferiore a quattro anni e che hanno superato con esito positivo l’esame di Stato. Per poter sostenere l’esame di Stato è necessario aver ultimato un periodo di pratica forense presso un Avvocato già abilitato (cd. dominus) o presso altre Avvocature (come l’Avvocatura dello Stato).
Come diventare Avvocato: la pratica forense
Per sostenere l’esame di Stato e diventare avvocato è necessario completare un periodo di praticantato (pratica forense) presso uno studio legale. Il periodo di pratica, generalmente della durata di 18 mesi, può tuttavia presentare durate diverse a seconda dei singoli casi.
Ad esempio:
- a chi consegue il diploma presso le scuole di specializzazione per le professioni legali (SSPL) è viene convalidato un anno a fronte dei 18 mesi complessivi (per cui, sarà necessario colmare i 6 mesi rimanenti)
- a chi ha svolto il tirocinio presso gli uffici giudiziari ex art. 73 del D.L. 69/2013 sono richiesti 6 mesi integrativi (a fronte dei 18)
Diventare un praticante avvocato richiede l’iscrizione nel Registro dei praticanti, tenuto presso il Consiglio dell’Ordine forense della circoscrizione in cui si trova il Tribunale in cui svolgerà la pratica.
Come diventare Avvocato: l’esame di Stato
Prima di esaminare la disciplina sull’esame di Stato è necessario sottolineare che le disposizioni relative all’abilitazione professionale sono contenute nella L. 247/2012 sulla professione forense. Ogni anno, tuttavia, interviene un provvedimento di proroga del regime delineato dalla L. 247/2012 che, di fatto, non è ancora stato applicato. Ciò è dovuto al fatto che le prove, così come stabilite dalla legge, risultano essere decisamente più difficili rispetto alle medesime prove introdotte con il regime di favore di volta in volta operativo. Le “nuove” modalità operative previste per l’esame di Stato dalla L. 247/2012 entreranno in vigore a partire dalla sessione 2020 poiché, per l’anno 2019, è intervenuta un’ulteriore proroga introdotta dal D.L. 91/2018.
Esaminiamo l’assetto attuale e che sarà applicato anche per la sessione del 2019.
Come diventare Avvocato: le prove scritte
Una volta compiuta la pratica forense, per diventare avvocato occorre sostenere il relativo esame che si compone di tre prove scritte e una prova orale.
Le prove scritte, che normalmente si tengono ogni anno in dicembre, sono tre e consistono nella:
- redazione di un parere motivato, da scegliersi tra due questioni in materia regolata dal codice civile;
- redazione di un parere motivato, da scegliersi tra due questioni in materia regolata dal codice penale;
- redazione di un atto giudiziario che postuli conoscenze di diritto sostanziale e di diritto processuale, su un quesito proposto in diritto privato, diritto penale o diritto amministrativo (a scelta del candidato).
Con il regime attualmente in vigore, risulta ancora possibile consultare codici annotati con la sola giurisprudenza (che, altrimenti, sarebbero esclusi).
Come diventare Avvocato: la prova orale
Per la prova orale il candidato dovrà prepararsi sulle seguenti materie:
- cinque materie a scelta del candidato tra diritto costituzionale, diritto civile, diritto commerciale, diritto del lavoro, diritto penale, diritto amministrativo, diritto tributario, diritto processuale civile, diritto processuale penale, diritto internazionale privato, diritto ecclesiastico, diritto comunitario (è necessario però che venga scelta almeno una procedura)
- deontologia forense
Anche la prova orale risulta essere semplificata dato che la L. 247/2012 richiederebbe lo studio di un numero ben più ampio di materie, in particolare: ordinamento e deontologia forensi, diritto civile, diritto penale, diritto processuale civile, diritto processuale penale e in più altre due materie scelte tra: diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto del lavoro, diritto commerciale, diritto dell’Unione europea, diritto internazionale privato, diritto tributario, diritto ecclesiastico, ordinamento giudiziario e penitenziario.
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