La professione dell’assistente sociale è sorta e si è sviluppata, in particolare nei paesi di lingua anglosassone, solo nel Novecento, quando il concetto di «assistenza sociale» ha trovato una più concreta applicazione legislativa, con l’affermazione della concezione dello «Stato sociale». Per «Stato sociale» si intende quel tipo di Stato che ha come fine e garantisce non solo l’eguaglianza e la libertà dei cittadini, ma anche (entro i limiti in cui le risorse e le energie pubbliche lo consentono) il benessere sociale, sia mediante una serie di attività (tra cui l’assistenza sociale) svolte da esso in prima persona o attraverso enti pubblici (Regioni, Province, Comuni etc.), sia tramite provvidenze che tutelano fasce di cittadini economicamente più deboli o meno protette.
La prospettiva del benessere in ottica bio-psico-sociale è in linea con le indicazioni promosse dall’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, delle Disabilità e della Salute), il documento dell’OMS di riferimento per definire i campi di salute umana.
Per quanto attiene in particolare all’Italia, l’attività di assistenza sociale ebbe un notevole impulso nel secondo dopoguerra; nel 1946 fu infatti istituito un comitato di servizio sociale, che formava e coordinava l’assistenza sociale. Nello stesso periodo cominciarono a sorgere le prime scuole per assistenti sociali.
Come specificato nel D.M. 16-3-2007 con cui si è provveduto alla determinazione delle classi delle lauree universitarie, gli obiettivi formativi qualificanti di coloro i quali conseguono una laurea in Servizio sociale (classe L-39) devono consistere, anzitutto, nel perseguire un’opportuna padronanza delle discipline fondamentali, dei metodi e delle tecniche proprie del servizio sociale,
nonché conoscenze disciplinari e metodologiche adeguatamente utili alla programmazione e alla realizzazione di interventi integrati tra vari ambiti operativi, presupponendo, altresì, l’acquisizione di una buona cultura interdisciplinare di base in ambito sociologico, antropologico, etico-filosofico, giuridico-economico, medico, psicologico e storico, atta a comprendere i tratti salienti delle società
moderne, in modo da poter contribuire alla costruzione di progetti di intervento individuale e sociale.
Inoltre, occorre maturare le dovute competenze sia nel campo della rilevazione e del trattamento di situazioni di disagio sociale (tanto di singoli quanto di famiglie, gruppi e comunità), sia per ciò che riguarda la comunicazione e la gestione di informazioni, con particolare riferimento ai diritti di cittadinanza e all’accompagnamento di soggetti in difficoltà, senza dimenticare l’attitudine a interagire con le varie culture, comprese quelle di genere e delle popolazioni immigrate, nella prospettiva di relazioni sociali multiculturali e multietniche.
I laureati in Servizio sociale hanno la possibilità di accedere all’Albo professionale degli assistenti sociali, previo superamento dell’apposito esame di Stato. Per esercitare la professione di assistente sociale sia in qualità di lavoro autonomo, sia in regime di lavoro dipendente, infatti, è necessario aver conseguito l’abilitazione mediante l’esame di Stato ed essere iscritti all’Albo professionale istituito ai sensi dell’art. 3 della L. 23 marzo 1993, n. 84 (Ordinamento della professione di assistente sociale e istituzione dell’albo professionale).
Gli esami di Stato hanno luogo ogni anno in due sessioni, indette per ordinanza del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca scientifica; nella stessa ordinanza vengono indicate anche le sedi di esame scelte tra le città sedi di università o istituti di istruzione universitaria con corsi di laurea in Servizio sociale (ciascun candidato potrà scegliere liberamente da tale elenco
la sede nella quale sostenere il proprio esame di Stato).
L’Albo professionale degli assistenti sociali è suddiviso in due distinte sezioni:
- sezione A, alla quale ora si potrà accedere con il titolo di laurea magistrale (ovvero ex laurea specialistica) nella classe 87 «Servizio sociale e politiche sociali», previo esame di Stato, superato il quale, così da ottenere l’iscrizione, si acquisisce il titolo professionale di «assistente sociale specialista»;
- sezione B, alla quale si accede con il titolo di laurea universitaria L-39 (ovvero, per chi l’avesse già conseguito in precedenza, con il diploma universitario triennale in Servizio sociale), previo esame di Stato, superato il quale, così da ottenere l’iscrizione, si acquisisce il titolo professionale di «assistente sociale».
Gli esami di abilitazione alla professione di assistente sociale specialista (sezione A) consistono in due prove scritte ed una orale.
Le prove scritte si differenziano in base agli argomenti che l’aspirante assistente sociale deve affrontare: la prima su teoria e metodi di pianificazione, organizzazione e gestione dei servizi sociali, metodologie di ricerca nei servizi e nelle politiche sociali, metodologia di analisi valutativa e di supervisione di servizi e di politiche dell’assistenza sociale; la seconda (di tipo applicativo) verte sull’analisi di un caso di programmazione e gestione dei servizi sociali e sulla formulazione di piani o programmi per il raggiungimento di obiettivi strategici definiti dalla commissione esaminatrice.
La prova orale verte, oltre che sull’analisi della prova scritta, anche sulle questioni teoricopratiche affrontate durante il tirocinio e sulla legislazione e la deontologia sociale.
Coloro i quali provengono dalla sezione B e vogliono passare nella sezione A dell’albo sono esentati dal dovere affrontare una delle prove scritte.
L’esame di Stato per l’iscrizione alla sezione B, invece, è articolato in due prove scritte, una orale ed una pratica.
La prima prova scritta verte su aspetti teorici ed applicativi delle discipline dell’area di servizio sociale, sui principi, fondamenti, metodi, tecniche professionali del servizio sociale, del rilevamento e trattamento di situazioni di disagio sociale; la seconda prova scritta verte su principi di politica sociale e principi e metodi di organizzazione e offerta di servizi sociali.
La prova pratica consiste nell’analisi, discussione e formulazione di proposte di soluzione di un caso prospettato dalla commissione.
Le materie oggetto della prova orale sono eguali per gli aspiranti assistenti sociali di entrambe le sezioni, salvo una maggiore difficoltà contenutistica che il candidato assistente sociale specialista dovrà essere in grado di affrontare.
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