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Ecco come cambia il concorso in magistratura: ok alla Riforma Cartabia. É legge la nuova Riforma Cartabia approvata il 16 giugno in Senato. Tra i punti più importanti anche delle epocali modifiche al sistema di reclutamento dei nuovi magistrati e ai concorsi in magistratura dei prossimi anni. La legge delega il Governo a specificare, in uno o più decreti che interverranno nelle prossime settimane, una serie di punti sensibili che non riguardano solo il concorso in magistratura ma anche altri delicati aspetti dell’ordinamento giudiziario.
Vediamo le novità punto per punto sui prossimi bandi pubblicati dal Ministero della giustizia.
Come cambia il concorso in magistratura: punto per punto
Accesso a tutti i laureati
La novità più importante riguarda i potenziali candidati al concorso. Mentre fino ad ora erano richiesti (e continueranno ad esserlo, fino alla pubblicazione dei decreti attuativi) titoli ulteriori rispetto alla laurea per accedere al concorso, adesso la volontà del Ministero della giustizia è chiara. Si vuole concedere l’accesso libero al concorso a tutti i neolaureati in giurisprudenza.
Vediamo i dettagli.
I requisiti richiesti adesso
Oltre alla laurea in giurisprudenza, si richiede anche uno tra i seguenti:
- dottorato di ricerca in materie giuridiche;
- tirocinio ex art. 73 D.L. 69/2013;
- Scuola di specializzazione per le professioni legali (SSPL):
- abilitati all’esercizio della professione forense.
I requisiti richiesti dopo i decreti attuativi
Per partecipare al concorso, a seguito dell’introduzione della Riforma Cartabia, sarà richiesto il solo titolo di laurea magistrale a ciclo unico in giurisprudenza (LMG/01).
Più peso al tirocinio ex art. 73
La delega al Governo prevede un punto in particolare in cui si richiede di attribuire più peso al tirocinio presso gli uffici giudiziari ex art. 73. Il tirocinio, della durata di 18 mesi, potrà dunque essere valutato – con tutta probabilità – dopo lo svolgimento delle prove per l’attribuzione di punteggio aggiuntivo.
Con la Riforma Cartabia il tirocinio non costituisce più requisito di accesso al concorso.
Più risalto al diritto UE
La delega stabilisce che il Governo debba prevedere che la prova scritta del concorso per magistrato ordinario abbia la prevalente funzione di verificare la capacità di inquadramento teorico-sistematico dei candidati e consista nello svolgimento di tre elaborati scritti, rispettivamente vertenti sul diritto civile, sul diritto penale e sul diritto amministrativo, anche alla luce dei princìpi costituzionali e dell’Unione europea.
Meno materie nella prova orale
Si richiede di ridurre il numero di materie previste in sede di prova orale.
Allo stesso tempo, si manterranno almeno le seguenti:
- diritto civile
- diritto penale
- diritto processuale civile
- diritto processuale penale
- diritto amministrativo
- diritto costituzionale
- diritto dell’Unione europea
- diritto del lavoro
- diritto della crisi e dell’insolvenza
- ordinamento giudiziario,
- una lingua straniera
Corsi di preparazione per UPP e tirocinanti
Viene affidato il compito alla Scuola Superiore della Magistratura di preparare e organizzare corsi di preparazione per i tirocinanti ex art. 73 e per i dipendenti dell’Ufficio per il processo. La quota d’iscrizione ai corsi sarà pagata da parte dei corsisti e dovrà tenere conto della situazione reddituale dei singoli partecipanti.
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