Il colloquio individuale di selezione in 9 mosse

 

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4 min di lettura

Al termine della telefonata, Linda è il ritratto della felicità. Ha risposto, per l’ennesima volta, a un’offerta di lavoro e, finalmente, la convocano per un colloquio di selezione.

Trattandosi del primo colloquio, Linda si chiede come comportarsi, domanda, questa, che spesso si pone anche chi, con scarso successo, “ci è già passato”…

Ecco 9 aspetti cui porre attenzione per vincere i propri timori e “vendere” bene la propria immagine.

Le fasi preliminari

Prima di sostenere il colloquio può essere opportuno raccogliere informazioni sull’azienda.  Conoscere la tipologia di attività svolta dall’azienda può servire per rispondere a domande del tipo: «Quale contributo pensa di dare all’azienda?» oppure «Perché le interesserebbe lavorare qui?» nonché a porre domande che dimostrino  interesse per quello che potrebbe essere il contesto aziendale in cui si verrà inseriti.

Puntualità innanzitutto

Il buongiorno si vede dal mattino! Una volta fissato l’appuntamento per il colloquio mostrare la massima disponibilità: essere puntuali, oltre che indice di buona educazione, denota serietà e motivazione verso la posizione in gioco. Meglio arrivare in anticipo, in modo da non presentarsi affannati, sudati o ansiosi. Recarsi con un po’ di anticipo presso la sede dove si svolgono le selezioni permette, inoltre, di familiarizzare con l’ambiente e sentirsi meno spaesati.

Se a causa di un imprevisto non riesci a essere puntuale, spendi una telefonata per avvisare che arriverai in ritardo, se neanche questo è possibile… appena incontrerai il selezionatore porgigli le tue scuse (è il minimo che tu possa fare…).

Meglio soli…

Il cinema di altri tempi ci ha mostrato stuoli di madri che tenevano compagnia alle figlie in attesa del provino…, se, per i motivi più svariati, non puoi rinunciare a farti accompagnare da un amico, un genitore o un parente, chiedigli almeno di aspettarti fuori: il colloquio è una prova che si affronta da soli. L’azienda mira ad assumere persone mature e autosufficienti, in grado di risolvere autonomamente i propri problemi.

Padronanza di sé

Sentirsi un po’ nervosi prima del colloquio è normale: un buon selezionatore è in grado di mettere a proprio agio l’interlocutore. È importante, in tale circostanza, saper reggere bene lo stress, cercando di sorridere e di mantenere un atteggiamento sereno.

Al contrario, un comportamento troppo rilassato può essere segno di scarsa tenuta e causare errori.

Essere disponibili e sereni non significa perdere il controllo costante della situazione, così come è opportuno mostrarsi tranquilli e fiduciosi verso il proprio interlocutore.

Un’azienda, a prescindere dalle posizioni da ricoprire, tende ad assumere persone concrete, propositive e attive, che mostrino spirito d’iniziativa nel risolvere i problemi.

Niente vittimismo

Nel corso del colloquio conviene non apparire lamentosi, teorici, passivi e vittime delle situazioni: mai attribuire la colpa  di eventuali esperienze negative precedenti ai superiori o ai colleghi.

Sintetici ma esaustivi…

Durante l’intervista motiva e sviluppa le risposte chiarendole: soprattutto, privilegia la sinteticità d’espressione, cercando di trasmettere al selezionatore il maggior numero di informazioni nel minor tempo possibile. In tal modo,  dimostrerai di possedere metodo, rigore logico e capacità espressive.

Evitare di fare scena muta

Rimanere zitti è controproducente così come non rispondere alle domande del selezionatore o non prendere mai l’iniziativa del discorso: ciò potrebbe indurre a farsi un’opinione mediocre dell’intervistato o, peggio ancora, non farsi  alcuna opinione, così da pregiudicare la dinamica del colloquio.

Non è una sfida…

Il selezionatore è interessato quanto il candidato al buon esito dell’intervista; non è un asettico esaminatore e deve essere visto più come un alleato che come un nemico. Niente potrebbe irritarlo di più che un atteggiamento sospettoso, reticente o innaturale da parte tua.

Attenzione al linguaggio non verbale

In un colloquio non contano solo le parole ma come si comunica con tutto il corpo. Una stretta di mano, i gesti, gli sguardi, il tono della voce possono confermare o smentire le affermazioni espresse durante l’intervista. Cura, quindi, l’abbigliamento e i colori, migliora la postura e il tono di voce (la tensione potrebbe trasparire da un tono di voce affannato e precipitoso), evita atteggiamenti di difesa o di chiusura, espressi, ad esempio, tenendo le braccia conserte o la faccia contratta.

Rifuggi gli estremi: non sorridere troppo (a meno che, ma nutro dei dubbi, non cerchino animatori per villaggi turistici…) e, all’opposto, non fare il musone (non è una visita di condoglianze…).

 

 

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