Nuovo contratto per i dipendenti pubblici: tutto su aumenti, smart working, settimana corta e le altre novità. Dopo quattro mesi di intense trattative, arriva l’intesa per il contratto collettivo nazionale 2022/24 che interessa i 193.851 dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici come INPS, INAIL e ACI. Questo accordo porta nuovi aumenti stipendiali, il riconoscimento degli arretrati e anche alcune innovazioni sul fronte organizzativo e del lavoro agile, nell’ottica di una pubblica amministrazione sempre più al passo dei nuovi tempi e delle nuove modalità di lavoro che stanno prendendo forma nel contesto lavorativo internazionale.
Aumenti stipendiali e arretrati: cosa cambia per i dipendenti pubblici
La principale novità riguarda la sigla del nuovo contratto e dei corrispondenti aumenti salariali, fissati in una media di 165,85 euro lordi al mese. Parte di questi aumenti era già stata anticipata per il 2024 tramite la super-indennità di vacanza contrattuale, erogata a fine 2023, così come gli arretrati medi, che ammontano a circa 850 euro. Insomma, questa è una prima e vera risposta del governo alle pressioni sindacali e dei dipendenti pubblici rispetto alla stagnazione dei salari in relazione alla crescente inflazione degli ultimi anno.
Per la prima volta, la legge di bilancio 2024 introduce uno scenario di finanziamenti preventivi per i contratti futuri, con stanziamenti di 5,55 miliardi per il triennio 2025/27 e di 6,11 miliardi per il 2028/30. Anche questa è una buona notizia per i dipendenti pubblici, i quali potranno contare su prospettive di adeguamento già preventivate e valutate come sostenibili dal governo.
Buoni pasto e smart working: l’innovazione per il lavoro agile
Un’altra importante novità riguarda il riconoscimento dei buoni pasto anche per le giornate in lavoro agile, una misura che va a regolamentare un aspetto finora lasciato alla discrezione delle singole amministrazioni. Questo nuovo sistema prevede che i buoni pasto siano legati a un orario convenzionale, risolvendo così l’incertezza che spesso caratterizzava l’assegnazione dei ticket per chi lavorava da remoto.
Inoltre, il contratto prevede un ruolo maggiore per la contrattazione integrativa nel promuovere lo smart working. La direttiva è di avviare le trattative entro il mese di aprile di ogni anno, e una delle priorità sarà individuare le categorie di lavoratori a cui concedere il lavoro agile, come chi ha particolari necessità di salute o responsabilità familiari.
Settimana corta: una sperimentazione possibile
Infine, il nuovo contratto apre anche alla possibilità di sperimentare la settimana lavorativa di quattro giorni, un’opzione che però richiede il mantenimento delle 36 ore settimanali e della qualità dei servizi pubblici offerti all’utenza. Mentre questa misura non dovrebbe gravare particolarmente sui flussi di lavoro degli uffici che non sono a contatto col pubblico, per gli uffici di front-office e sportelli con accesso al pubblico il cambiamento sarebbe più complesso e comunque dovrà essere gestito in una misura che non comporti nessun tipo di aggravio sugli utenti finali.
Indennità e progressioni di carriera: nuovi incentivi per il personale
Per i dipendenti pubblici con ruoli organizzativi più complessi, come responsabili di posizione, è previsto un aumento dell’indennità fino a 3.500 euro all’anno, rispetto ai 2.600 euro previsti in precedenza. Inoltre, il contratto introduce delle deroghe sulle “progressioni”, che consentono avanzamenti di carriera anche ai dipendenti senza i titoli di studio richiesti dal nuovo ordinamento, come la laurea per i ruoli da assistente o funzionario, ampliando le opportunità di crescita professionale.
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