Come scegliere il dominus? La scelta dello studio legale in cui svolgere la pratica è fondamentale. Il dominus inciderà sulla qualità della tua formazione, sulla passione che potrà trasmetterti per amare la professione e sul professionista che diventerai. Scegliere il dominus è una decisione molto importante che spesso viene trascurata. Vediamo, dunque, cinque consigli che possono aiutarti a scegliere lo studio legale in cui svolgere la pratica forense.
Ambito di competenza
Prima di lanciarti nella ricerca dello studio fermati a pensare: cosa ti interessa? Di cosa vorresti occuparti? Se hai già una riposta, allora potrai indirizzare le tue ricerche immediatamente verso gli studi specializzati nel tuo campo di interesse.
Tuttavia, spesso non è così semplice. Il neolaureato probabilmente non ha mai visto dall’interno l’attività di uno studio legale, quali sono le attività dell’avvocato nè probabilmente avrà assistito ad un’udienza. In questo caso come scegliere il dominus? Se non si hanno ancore le idee chiare meglio estendere la ricerca a quegli studi multidisciplinari in cui è possibile vedere e formarsi in più ambiti, così da poter scegliere con maggiore consapevolezza quello in cui specializzarsi.
Ambiente di lavoro
Altro importantissimo fattore è l’ambiente di lavoro. La pratica richiede un grande impegno e buona parte della giornata viene condivisa con i colleghi di studio ed il dominus, che diventano di fatto le persone con le quali si passa la maggior parte delle proprie giornate. Immaginate un ambiente di lavoro eccessivamente stressante, oppressivo ed ostile quanto possa influire negativamente sul vostro stato di salute psicofisica? Lavorare in un ambiente tossico danneggia non solo il corpo e la mente ma anche la qualità del lavoro e dell’apprendimento. Scegliete un ambiente competitivo ma sano, anche se non è il più blasonato degli studi della città.
Apprendimento
Lo scopo della pratica è imparare e quello del dominus di insegnare. Se vi accorgete che non state imparando, che le vostre attività esulano dall’ambito legale, se non siete coinvolti ma relegati a funzioni di segreteria, cambiate immediatamente studio.
Durante la pratica può capitare di dover fare delle fotocopie o rispondere al telefono o aprire la porta purchè queste attività siano sporadiche o cmq non prevalenti nella vostra giornata. La pratica è anche sinonimo di sacrificio purchè resti fermo il principio fondamentale: è un periodo formativo ed il praticante deve imparare.
Rimborso
Tema molto spinoso è quello del rimborso – retribuzione del praticante. Senza volerci addentrare in un campo minato e molto complesso, possiamo sicuramente affermare che il praticante ha diritto ad un rimborso delle spese vive e ad una “retribuzione” dopo il primo semestre. Questo non accade sempre ed il consiglio è quello di cercare uno studio che sappia dare valore al vostro impegno o almeno che vi permetta di coprire le spese da sostenere per poter svolgere la pratica.
Prospettive future
Un aspetto fondamentale e, forse, il più importante: ci sono delle prospettive future? Se la pratica avrà esito positivo, potrete restare nello studio in cui vi siete formati? C’è una prospettiva di entrare nel team dopo l’abilitazione? Questo è un aspetto spesso trascurato ma estremamente importante. Scegliete uno studio che voglia costruire un serio rapporto professionale e non che voglia solo sfruttarvi durante la pratica come lavoratore mal retribuito. Cercate un dominus che vi veda come una risorsa e non come un mezzo per ridurre un costo. Date valore alla vostra formazione e al vostro futuro.
Scopri i quaderni del praticante di Edizioni Simone
Leggi anche “Il libretto della pratica forense”
Se hai suggerimenti, commenti o correzioni da segnalare, scrivi a blog.simoneconcorsi@simone.it