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Sono ormai presenti in Italia, per ora solo nei centri commerciali delle grandi città, alcuni distributori automatici di Bitcoin.
Il Bitcoin è una valuta virtuale, ossia la rappresentazione digitale di un dato valore, utilizzata come mezzo di scambio o di investimento, che può essere trasferita elettronicamente. Le valute virtuali, utilizzate dapprima all’interno di specifiche comunità virtuali, sono adoperate sempre più di frequente per fare acquisti, non solo online.
Le cd. criptovalute non sono la rappresentazione in forma digitale delle comuni valute aventi corso legale (es., euro) e non sono emesse da una banca (non sono dunque moneta elettronica) ma sono create da soggetti privati che operano sul web; non sono fisicamente detenute dall’utente, ma sono movimentate attraverso un conto personalizzato (wallet o portafoglio elettronico).
Le valute virtuali non hanno corso legale e, pertanto, non devono essere obbligatoriamente accettate per l’estinzione delle obbligazioni pecuniarie (art. 1277 c.c.), ma possono essere utilizzate per acquistare beni o servizi se il venditore è disponibile ad accettarle.
La Banca d’Italia in una sua Avvertenza (30-1-2015) si è espressa sui rischi delle valute virtuali (elevata volatilità del valore; rischi di perdite; rischio di utilizzo per finalità criminali e illecite), anche se l’acquisto, l’utilizzo e l’accettazione in pagamento delle valute virtuali debbono ritenersi attività lecite (salva la violazione di disposizioni normative che riservano l’esercizio di talune attività ai soli soggetti legittimati come, ad es., raccolta del risparmio).
La Corte di Giustizia europea (sent. 22-10-2015) ha assimilato i Bitcoin alle banconote e monete con valore liberatorio (e disposto, pertanto, che le operazioni di cambio siano esenti da IVA).
Lo sviluppo delle tecnologie e l’apertura dei marcati finanziari potrebbero, in futuro, risolvere le criticità e i rischi dell’utilizzo di moneta virtuale favorendone la circolazione.
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