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Esame di avvocato 2023: ritorno alle prove scritte o conferma dell’orale rafforzato?

Esame di avvocato 2023 prove scritte o orale rafforzato?

Da qualche giorno si parla vorticosamente negli ambienti forensi, e soprattutto tra i praticanti avvocati del ripristino delle prove scritte a dicembre per l’esame di avvocato 2023. I primi a dare la notizia siamo stati proprio noi del Blog di Edizioni Simone.

Ripercorriamo le tappe.

La circolare

Con un circolare trasmessa dalla Direzione Affari Interni del Ministero della Giustizia ai presidenti delle Corti di appello, questi ultimi sono stati invitati a individuare i locali in cui ospitare, come in passato, le migliaia di praticanti che parteciperanno alle prove scritte, che sempre secondo questa circolare, dovrebbero svolgersi nella settimana tra l’11 e il 15 dicembre 2023.

L’esame di abilitazione sembrerebbe tornare quindi alla sua formula tradizionale che prevede la redazione in tre giorni diversi di un parere di civile, un parere di penale e un atto giudiziario da scegliere tra diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo (riportiamo qui l’ultimo bando del 2019).

Il nuovo comunicato

La circolare del Ministero sembra aver preso tutti di sorpresa, compreso il CNF che in data 10 maggio ha inviato al ministro Carlo Nordio un comunicato in cui chiede al Ministro di “voler disporre che la sessione di esami per l’anno 2023 per l’abilitazione alla professione di avvocato si svolga secondo le modalità stabilite dal D.L. 31/2021, onde non creare grandi difficoltà ai tirocinanti”, ossia riprendendo la normativa emergenziale Covid regolata dal decreto legge 31 marzo 2021, n. 31.

Di fatto pero dal punto di vista normativo, allo stato il Ministro Nordio non può da solo disporre con provvedimento ministeriale la proroga dell’”orale rafforzato: questa, infatti, deve necessariamente essere contenuta in un atto avente forza di legge, quale un decreto legge come già avvenuto nel 2021 ma quest’ anno sembrano essere definitivamente cadute le ragioni emergenziali che all’epoca avevano giustificato la decretazione d’urgenza.

C’è da aggiungere che anche per altre abilitazioni si è già ritornati quest’anno al modello pre covid (esempio consulente del lavoro) e anche il prossimo concorso in magistratura si svolgerà regolarmente come in passato.

Fa, invece, pensare ad una precisa volontà di via Arenula di ritornare ai vecchi scritti per l’esame di avvocato il fatto che il recente decreto Milleproroghe 2023, d.l. 198/2022 convertito con legge 14/2023, non abbia  previsto  la proroga dell’orale rafforzato pur avendo dedicato un  intero articolo alla proroga di termini in materia di giustizia (l’art. 8).

Ricordiamo che l’anno scorso, la proroga dell’orale rafforzato istituito in piena pandemia, fu disposta con l’art. 39 bis del decreto semplificazioni di giugno 2022 (d.l. 73/2022 conv. con l. 122/2022).

Nei corridoi sono trapelate varie notizie sulle motivazioni di questa mancata proroga che sarebbero più che altro politiche: i COA del Nord Est premono da mesi sul Ministro, che è di Treviso ed è stato per anni procuratore a Venezia, per un ritorno alle prove scritte tradizionali perché più selettive nel merito. Già da mesi si sono poi succeduti vari incontri in via Arenula con il presidente del CNF Francesco Greco, il coordinatore di Ocf Mario Scialla e Francesco Perchinunno, presidente dell’AIGA.

Il punto della situazione

In un’intervista rilasciata a Il Dubbio, giovedì 11 maggio, dopo la sollevazione dei principali organi dell’Avvocatura, il viceministro Francesco Paolo Sisto sembrerebbe dare una speranza ai praticanti avvocati che da qualche giorno cercano di capire quale sarà la loro sorte per il prossimo esame. “C’è stata una levata di scudi, va detto.” dice Sisto “È stato osservato che ricalibrare la preparazione dal doppio orale al modello pre-covid sarebbe, a 6 mesi dalla data teorica degli scritti, troppo oneroso: riteniamo di poter valutare attentamente le perplessità dell’avvocatura» e «non escludiamo dunque di poter prevedere che per la sessione 2023 permanga il sistema adottato durante la pandemia. D’altronde, come ministero, la nostra priorità è essere in sintonia con i bisogni e le necessità delle categorie».

L’ipotesi che il ministro possa portare avanti l’approvazione di un decreto legge con la proroga dell’orale rafforzato non è più quindi del tutto remota. Ma forse sarebbe opportuno che il Ministro informasse al più presto il mondo forense delle sue intenzioni: i praticanti avvocati hanno diritto di presentarsi all’esame di abilitazione al meglio della loro preparazione, e questa incertezza non permette a nessuno di farlo. Prepararsi per un orale rafforzato della durata di un’ora è cosa totalmente diversa dal prepararsi per tre scritti da 8 ore ciascuno.

La chiarezza in questo caso sarebbe una vera e propria forma di rispetto nei confronti dei giovani praticanti, soprattutto per coloro che ci vogliono mettere più impegno e vogliono prepararsi al meglio.

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